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di Isabella Rossi Niente violenza assistita sui minori della coppia secondo lo psicologo Bruno Calabrese, chiamato a testimoniare dalla difesa. E del tutto inattendibili le ricostruzioni dei bambini, ha riferito ieri l'esperto in aula. “Ho provato molto fastidio per un articolo, apparso su quotidiano locale, che la settimana scorsa titolava:“Spaccino incastrato da Nicolò” si è sfogato ancora una volta Roberto Spaccino davanti alla Corte d'assise del Tribunale di Perugia. Altra cosa ad infastidirlo il fatto che il Pm avesse fatto riferimento, durante l'ultima udienza, ad una intercettazione ambientale dove ai familiari Roberto raccontava della sua amicizia con un detenuto, che uscito dal carcere aveva trovato la moglie, separata, con un altro e l’aveva “gonfiata di botte”. Tale comportamento era stato commentato favorevolmente da un familiare, ha rilevato il Pm, Antonella Duchini, sulla base dell'interecettazione. Ma la storia a Roberto non è andata giù. Questo detenuto, ha detto l'imputato, “mi ha salvato la vita e questa persona grazie a me ha ripreso i contatti con la famiglia.” "Sono innocente e mi batterò fino in fondo. A darmi la forza sono i miei figli" ha ribadito. E proprio di Filippo e Nicolò ha parlato ieri anche il dottor Calabrese. Lo psicologo, consulente della difesa, ha riconfermato la sua dichiarazione del 29 ottobre 2007, nella quale sosteneva l’inattendibilità delle ricostruzioni fatte dai bambini. Filippo, che all’epoca aveva 4 anni, sarebbe inattendibile, in sostanza, per “insufficiente sviluppo neuronale”. Nicolò, invece, per aver ricostruito la vicenda imbastendoci un senso di colpa per la morte della madre. Sarebbe stato questo, dunque, a spingere il bambino a dichiarare a persone diverse in diverse situazioni di essersi assicurato che la porta finestra, la stessa da dove il presunto ladro, secondo la difesa, sarebbe penetrato nella villetta, era chiusa? Evidentemente sì secondo il consulente di parte, che attribuisce la possibilità di confusioni dovute al grave trauma subito. Anche a lui, del resto, ha confidato lo psicologo, è capitata una cosa del genere quando non si ricordava di aver firmato per alcune terapie a cui era stata sottoposta la sua compagna, ricoverata urgentemente in ospedale e rimastaci per una lunga degenza. Ma le affermazioni spontanee fatte dai bambini riguardanti eventi della loro vita, possono essere considerato altrettanto inattendibili? ha chiesto il Pm all'esperto. No, ha convenuto Calabrese, in quel caso lo sono. Inattendibili, comunque, sono stati giudicati da Calabrese anche i disegni dei bambini. Una questione d’interpretazione,secondo l'esperto, che in questo caso avrebbe lo “stesso peso delle chiacchiere da bar”. Inoltre Spaccino, su cui grava anche l'accusa di maltrattamento di minori, non si sarebbe reso mai colpevole di tale crimine. Secondo lo psicologo, i figli non sarebbero stati vittime di violenza assistita. "I bambini non sono inibiti" ha riferito lo psicologo. Sarebbe l'assenza di questo "sintomo" rivelatore ad indicare anche l'assenza di violenza assistita. Una tesi che il Cismai, il Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'Infanzia, ritiene infondata, come ha rilevato l'avvocata Teresa Manente, che insieme all'avvocata Paola Pasinato rappresenta il Comitato 8 marzo, costituitosi parte civile al processo. Gli studi effettuati parlerebbero di iperattività, di incubi notturni, non di inibizione. La violenza assistita, inoltre, che si configura quando i minori assistono alla violenza verbale, psicologica e fisica di un coniuge verso l’altro, in questo caso non sarebbe riscontrabile anche per la mancanza di prove sulla reiterazione, ha dichiarato Calabrese. Il piccolo, sentito più volte riferirsi alla madre con parole pesanti, avrebbe potuto emulare tale comportamento da un adulto anche solo dopo aver assistito ad una sola violenza verbale. Condividi