Tv/ Debito pubblico: un classico servizio di mala informazione
Due giorni fa su la 7, durante la trasmissione condotta dalla Gruber, il servizio di Pagliaro è stato un classico servizio di mala informazione.
Esponeva le cause del debito pubblico e ne attribuiva le responsabilità alle "allegre e irreponsabili" spese derivanti dalle cosiddette pensioni baby.
Che la spesa pubblica in quel periodo fosse "allegra" purtroppo è vero, ma non è stato fatto alcuno accenno su quanto si spendeva per il mezzogiorno e per l'industria di stato (IRI) e quello che successe sui piani regolatori.
Furono fatti miliardi e miliardi di investimenti fine a se stessi per dotare il mezzogiorno di una industria e creare posti di lavoro.
Nella metà degli anni 70 il PCI abdicò al ruolo di partito d'opposizione per approdare, attraverso l'astensione, in quello di forza di governo appoggiando di fatto governi di monocolore democristiano. Tale politica risultò poco efficace, in quanto tutte le richieste che egli avanzava, compresa quella di un piano occupazionale al sud, venivano sulla carta accettate, ma la gestione era completamente nelle mani della Democrazia Cristiana. E quest'ultima approfittò di questa opportunità per gestire in modo clientelare tutti gli investimenti che venivano fatti senza una minima attenzione al risultato economico.
Questa politica determinò, insieme alla crisi economica derivata anche dall'aumento del prezzo del petrolio, un innalzamento del debito pubblico, ma sempre in modo controllato e molto al di sotto del PIL, che non superava il 50% e, comunque, più alto che nel resto dei Paesi Europei dove era all'incirca il 20% dei PIL dei rispettivi stati.
La vera causa che ha determinato l'innalzamento esponenziale del debito è stata la separazione della Banca d'Italia dal ministero del tesoro, avvenuta nel 1981.
Prima di quella data la Banca Centrale, dopo la collocazone e la vendita dei titoli di stato, acquistava quelli rimasti invenduti evitando così le speculazioni. Di fatto il grosso del debito pubblico era in mano dello stato medesimo, era cioè "in casa".
Dalla separazione in poi, la Banca d'Italia non ha più acquistati i titoli invenduti, così le speculazioni finanziarie si sono abbattute sui nostri bond che li acquistavano sotto la pari per poi ricavarne interessi altissimi che lo Stato era costretto a pagare.
Il debito è così schizzato a causa degli interessi che si pagavano sul debito stesso, arrivando nel 1985 al 95% del pil e superando il 100% negli anni novanta, ma soprattutto il debito è contiuato a salire fino al 130% odierno.
Tutt'ora si pagano circa 100 miliardi all'anno di interessi e il bilancio primario dello stato, ovvero al netto degli interessi, pur essendo in attivo in quanto le entrate pubbliche superano la spesa pubblica, non riesce ad abbassare questo enorme bubbone, vero problema, ma che viene sempre raccontato in modo distorto.
Non siamo state delle cicale, anche se questo si vuole dimostrare per giustificare tagli indiscriminati ai servizi sociali: snità, pensioni, scuola, lavoro. Ed è per questi motivi che si voleva cambiare la Costituzione che invece attribuisce allo Stato il compito di intervenire sulle ingiustizie e garantire diritti.
Conclusione, il grosso debito non deriva da una spesa pubblica incontrollata, ma dalla speculazione finanziaria. la spesa va certo ottimizzata, gli enormi sprechi azzerati, la corruzione combattuta ferocemente, ma la causa strutturale del debito non è quella dell'eccessiva spesa.
Di tutto ciò non si riesce a parlare, ad informare in modo corretto i cittadini che rimangono convinti che la spesa sia eccessiva, che i dipendenti pubblici sono dei fannulloni, che non servono le istituzioni, che la politica è solo corruzione ed arrivismo.
Se continuiamo di questo passo il qualunquismo prenderà sempre più spazio colpendo fortemente e in maniera definitiva la partecipazione popolare e di conseguenza la democrazia.
Non esiste democrazia senza l'impegno diretto dei cittadini e senza l'affermazione del principio di uguaglianza.
Attilio Gambacorta
Associazione Culturale Umbrialeft

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