umbria oli1.jpg
Nuova sorprendente iniziativa di Giorgio Del Papa, l'amministratore delegato della Umbria Olii rinviato a giudizio lo scorso 18 marzo con l'accusa, tra le altre, di omicidio colposo plurimo dei 4 lavoratori della ditta Manili saltati in aria il 25 novembre 2006 mentre lavoravano su uno dei silos della sua raffineria a Campello sul Clitunno (Pg). L'imprenditore spoletino, dopo le molteplici peripezie giudiziarie già messe in atto (tra cui la clamorosa richiesta di risarcimento ai familiari dei lavoratori uccisi, 35 milioni di euro, poi annullata dal giudice) ha infatti impugnato in Cassazione anche il suo rinvio a giudizio, chiedendone l'annullamento e quindi un nuovo svolgimento dell'udienza preliminare. Richiesta palesemente inammissibile – a detta degli avvocati di parte civile – dato che il codice non prevede alcuna impugnazione per i decreti di rinvio a giudizio. In ogni caso la Suprema Corte sarà chiamata a pronunciarsi e non è escluso che la prima udienza del processo, fissata per il 24 novembre 2009 (un giorno prima del terzo anniversario della strage), possa slittare. “Questa protervia è inaccettabile e insopportabile – commenta Mario Bravi, segretario generale della Cgil di Perugia che ha deciso di costituirsi insieme a Fiom e Flai parte civile nel processo - auspichiamo che questo ennesimo tentativo di allungare i tempi della giustizia venga respinto e che siano confermate le date previste per l'inizio del processo”. Inoltre, la Cgil di Perugia rinnova “l'invito a tutte le istituzioni e parti sociali, in primis a Confindustria di Perugia, a prendere le distanze da un atteggiamento che non si è mai registrato non solo nella nostra regione, ma in tutto il paese. Ove ciò non accadesse – conclude Mario Bravi – la cosa rappresenterebbe necessariamente un elemento di profonda riflessione”. Condividi