Terremoto: trasformiamo il piano edilizio dell'accordo governo e regioni in un piano nazionale per la sicurezza degli edifici e per affrontare la precarietà abitativa
Walter De Cesaris, Segretario Nazionale dell'Unione Inquilini, ha dichiarato:
Solo pochi giorni fa il Governo e le Regioni firmavano un Accordo per un piano edilizio che prevedeva sostanzialmente un ampliamento del 20% di ville e villini.
Ora dopo il tragico terremoto che ha colpito l'Abruzzo, dove centinaia di persone hanno perso la vita, quella intesa deve essere rivista e modificata profondamente. Proponiamo al Governo e alle Regioni di modificare l'accordo nel senso di trasformarlo in un piano strutturale di messa in sicurezza degli immobili. Esiste in Italia un patrimonio immenso di immobili vecchi e pericolosi che deve essere oggetto di interventi immediati di consolidamento ovvero di abbattimento e ricostruzione applicando integralmente tutte le norme per l'edificazione di immobili antisismici.
Non è più il momento di pensare all'ampliamento di ville e villini, sarebbe una risposta indecente e irrispettosa nei confronti delle vittime del terremoto. Il Governo e le Regioni hanno il dovere di affrontare questa emergenza con interventi legislativi adeguati. Propongo inoltre che gli edifici che saranno abbattuti o quelli richiamati al punto b) dell'intesa Governo e Regioni del 31 marzo scorso (relativi ad interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento di edifici a destinazione residenziale con il limite del 35% della volumetria, esistente) questi siano realizzati destinando tali edifici ad alloggi da locare a canone sociale e agevolato al fine di affrontare la precarietà e l'emergenza abitativa di centinaia di migliaia di famiglie italiane.
Mi auguro che la tragedia del terremoto in Abruzzo serva per imprimere una svolta nelle politiche edilizie e nelle politiche abitative realizzando interventi finalizzati esclusivamente al consolidamento e alla sicurezza ovvero da destinare alla locazione. Un modo intelligente di affrontare la crisi e rispondere ad esigenze concrete e non a quelle della rendita immobiliare e fondiaria speculativa.
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