La filosofia del Piano Casa di Berlusconi (ma sarebbe più appropriato definirlo Piano per l'edilizia) poggia sull'abbassamento dei controlli tecnico-scientifici pubblici, a cominciare dai pareri delle Soprintendenze “non più vincolanti”. Sempre meno controlli preventivi, tecnici e mirati dello Stato e più mano libera ai privati, grandi e piccoli. Un progetto che riscuote un consenso esplicito ed entusiasta da Confindustria e dalla cosiddetta 'classe dirigente' ma che disegna un quadro demoralizzante in cui tutti i paesi a economia avanzata si interrogano su come ricostruire su basi solide un futuro possibile dopo la crisi, da noi Governo ed imprenditori del mattone pensano esclusivamente a nuovi affari, senza farsi carico degli interessi generali”. Lo afferma il presidente del gruppo regionale di Rifondazione comunista, Stefano Vinti, secondo cui “come dice Paolo Berdini sul Manifesto, c'è un altro modo di rilanciare la macchina dell'edilizia.
Primo, prendere atto che il nostro patrimonio abitativo è fatiscente e lo Stato ha il dovere di favorirne la messa in sicurezza attraverso norme e finanziamenti. Si spendono soldi pubblici? Ma se stiamo spendendoli per acquistare i fondi tossici dalle banche! Perché non dovrebbero essere spesi per salvare la vita di migliaia di cittadini italiani? Comunque gli interventi dentro una nuova concezione dell'edilizia produrrebbero un indotto, la nascita di nuove industrie (come ad esempio quella del risparmio energetico) che coprirebbero abbondantemente le spese di investimento iniziale.
Secondo, prendere atto che nell'ultimo decennio si è costruito troppo ed è venuto il momento di dire basta a ogni ulteriore consumo di suolo agricolo e del territorio. Se la popolazione italiana ha un tasso di crescita così basso – continua Vinti – non è economicamente, socialmente, culturalmente ed ambientalmente molto più conveniente riqualificare l'esistente?
Terzo, la definizione di un grande programma di messa in sicurezza degli edifici pubblici: basta un dato, l'80 per cento delle scuole pubbliche è fatiscente o non rispetta le norme di sicurezza. Stesso discorso per gli edifici pubblici, ad iniziare dagli ospedali. Una grande opera di ricostruzione del volto dei luoghi pubblici e delle città, che sono gli elementi portanti della convivenza di ogni paese civile”.
Stefano Vinti conclude evidenziando che “se l'economia liberista produce disastri, alla sinistra, ai comunisti, agli anticapitalisti spetta il compito di avanzare le proposte concrete per cambiare questo paese”.
Stefano Vinti
Presidente gruppo regionale Prc
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