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Sono abiti e medicinali ma anche documenti necessari per la ripresa dell'attività degli uffici gli oggetti che la popolazione colpita dal terremoto dell'Aquila chiede di recuperare ai vigili del fuoco dalle case danneggiate dal sisma. ''La gente è scappata di notte, spesso con neanche i vestiti indosso e nelle case troviamo i letti disfatti'' racconta Francesco Santucci, funzionario di collegamento referente per i vigili del fuoco dell'Umbria al lavoro in Abruzzo. ''La gente è discreta - aggiunge - e le richieste che ci vengono fatte sono tutte compatibili con la situazione attuale. Se poi capita di riuscire a portare fuori oggetti importanti anche da un punto di vista affettivo non ci tiriamo indietro''. Nel centro storico della città abruzzese stanno operando attualmente 35 pompieri del comando provinciale di Perugia e 18 di quello di Terni con complessivamente quattro tecnici. In particolare, un gruppo è impegnato da giorni nella messa in sicurezza di un'area dove si trova una centrale Telecom considerata strategica per le comunicazioni fisse e mobili. I vigili del fuoco partiti dall'Umbria sono dislocati nel centro di L'Aquila, la ''zona rossa'' più colpita dal sisma. Per questo chi intende recuperare qualche oggetto nelle case viene bloccato a varchi appositamente allestiti e quindi accompagnato nelle abitazioni secondo un protocollo d'intervento che garantisce la loro sicurezza. ''Se gli stabili sono particolarmente compromessi - ha spiegato ancora Santucci - i proprietari rimangono fuori dalla porta e entriamo solo noi. Altrimenti vengono accompagnati nei locali. Si valuta caso per caso''. ''Il centro storico dell'Aquila - ha detto ancora Santucci - è per la maggior parte gravemente compromesso. Un contesto nel quale ci muoviamo con dolore''. Condividi