“L’emergenza sicurezza è proteggere chi studia, non mandare i figli a scuola o all’università come se andassero ogni giorno in guerra. Per poter seppellire i morti vogliamo sapere cosa è accaduto: un paese civile deve dare una risposta”. Lo dice ad Annozero la sorella di un ragazzo morto sotto il cemento della Casa dello studente a L’Aquila.
Queste parole, semplici, dirette, di richiesta di giustizia, sono insopportabili per i potenti della politica e degli interessi collegati, sono, addirittura, vergognose. Hai capito tu, lor signori tremano appena si rompe questo stucchevole clima buonista, dove “tutto va bene, madama la marchesa”, dove la televisione, con servizi pornografici, si rafforza nel doppio binario: dolore e rassicurazione.
Si sono scatenati i cani da guardia dell’unità nazionale, sempre in televisione, con quelle facce finte ed in posa, con quei maglioni girocollo, parlano di emergenza e ricostruzione e non ne sanno un bel niente, ma quello che conta è apparire in televisione, occupare tutti gli spazi, creare un senso comune, generare un consenso per loro stessi, oscurare le parole del presidente Napolitano “siamo tutti responsabili”.
Ad Annozero abbiamo sentito cose di buon senso, cose che per una informazione sdraiata al potere sono intollerabili: “prima dei ponti e del 20 per cento di cubatura in più, si pensi a questo”; oppure “non ci sono tende, non ci sono bagni né acqua”; o ancora abbiamo sentito che Enzo boschi confermi “la pianificazione non c’era, Bertolaso è stato veloce ma quando è arrivato non ha trovato l’organizzazione”.
Perché è vero o no che il nostro paese è a rischio sismico? Ha subito almeno 30 mila fenomeni di rilievo dal 461 a.C. ad oggi e 560 terremoti “forti, fortissimi o catastrofici”. Il volume, tremendamente attuale, dello scienziato Enzo Boschi e del giornalista Franco Bordieri “Terremoti d’Italia” ha un sommario durissimo: “il rischio sismico, l’allarme degli scienziati e l’indifferenza del potere”.di qualunque potere. Lo conferma il caso dell’agenzia di protezione civile, creata dopo la legge 183 del 1989 e diretta da Franco Barberi. Non potenziata dal governo Prodi, è stata chiusa dal secondo governo Berlusconi per far confluire le sue competenze sismiche nel mare magnum della protezione civile, licenziando lo stesso Barberi e colpendo con un assurdo spoil system i tecnici di assoluta competenza del servizio sismico.
Complimenti vivissimi! Ma queste cose, secondo Berlusconi (P2), Cicchitto (P2), Fini, Gasparri e tal merlo del Pd, è bene che i cittadini del nostro paese non le sappiano.
Se Annozero denuncia il fatto che in Abruzzo non si sono fatte esercitazioni di emergenza (prima del terremoto), l’entità dei tagli alle casse della protezione civile (ultima legge finanziaria, documentati), ecc. diventa una informazione vergognosa per il regime, attraverso anche le parole di Giordano, il direttore del giornale di famiglia.
Come scrive sul “manifesto” Norma Rangeri: “come se obbiettare equivalesse a bestemmiare, e informare significasse deturpare la performance del presidente del consiglio e, per assonanza, del pompiere. Alla serata in Tv è seguita una violenta reazione dei giornali della destra berlusconiana, che estende al giornalismo critico la tolleranza zero”.
Invece, a noi non piace questa tolleranza zero per i superstiti di un giornalismo che, illuminando il malpaese, mette in pericolo l’immagine perfetta di lacrime e new town, di dolore e case per tutti.
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