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Continua a crescere il numero dei campi organizzati: sono diventati più di cento. Si sono triplicati in pochi giorni perché molti di coloro che hanno affrontato le prime notti in auto vicino alle proprie case hanno desistito, o stanno desistendo. Nello stesso modo sono cresciuti moltiplicandosi all'infinito gli accampamenti privati parzialmente assistiti dai soccorsi organizzati, con le grandi tende blu montate dai volontari nei terreni degli abitanti che solo di giorno, soprattutto per lavarsi, provano a usare la loro casa rimasta in piedi. In diversi campi stanno lentamente arrivando i gruppi doccia riscaldati: container che devono essere collegati all'acqua corrente in ingresso e alle fogne bianche in uscita, oltreché alla corrente elettrica per azionare il boiler che riscalda l'acqua. Un sistema un po' più complesso rispetto a quello dei bagni chimici da campo, che sono completamente autonomi e devono solo essere svuotati e igienizzati di tanto in tanto. Nel campo davanti alla Basilica di Collemaggio, a poche decine di metri dalla splendida facciata ingabbiata dai tubi innocenti per un restauro in corso già prima del terremoto, stamattina gli ospiti si sono finalmente potuti lavare sotto la doccia calda. In altri campi il primo container doccia è arrivato, ma deve ancora essere realizzato l'allaccio. Negli ultimi giorni la Protezione civile ha concentrato ad Avezzano le attrezzature in arrivo da tutta Italia: i container doccia e le stufe ci sono in abbondanza, assicurano, e stanno partendo a flusso continuo verso i cento campi con la nuova priorità degli insediamenti di montagna. Condividi