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L'AQUILA - La Procura dell'Aquila ha deciso di aprire un'inchiesta sui crolli di alcuni edifici in seguito al terremoto che ha sfigurato l'Abruzzo. Emergono elementi che fanno pensare all'uso di cemento impastato con sabbia marina, di ferri non a norma. Ma ci sono anche pratiche burocratiche singolarmente "svelte" che hanno permesso (come nel caso del catasto) di trasformare la destinazione d'uso di un edificio (da privato a pubblico) con un timbro e senza molti controlli. Si consideri che le norme antisismiche previste per legge riguardo agli edifici pubblici sono assai più severi di quelle previste per gli edifici privati, ed in questo caso si trattava di un ex hotel che in un lampo è stato adibito a sede del catasto. Il procuratore capo, Alfredo Rossini ha detto che verrà fatta chiarezza: "Lo dobbiamo alle vittime e ai loro parenti" e sono partite le prime perizie per capire cosa è davvero accaduto di fronte a un sisma di portata decisamente "moderata" rispetto ad altri che colpiscono (con meno perdite di vite umane e meno danni) altre parti del mondo. Condividi