L'AGI ha ricostruito una breve storia dei terremoti in Italia, di quelli che si ricordano come i più distruttivi. La riproponiamo integralmente per i nostri lettori, in considerazione anche del fatto che nell'area ove si è verificato l'evento più tragico di tutti si vorrebbe oggi realizzare un'opera discussa e discutibile quale il ponte sullo Stretto di Messina.
(AGI) - Gli eventi sismici hanno segnato la storia dell'Italia fin dagli albori, lasciandosi dietro una lunga scia di sangue. Le statistiche riescono, tuttavia, a quantificare in maniera abbastanza approssimata il numero delle vittime solo in questi ultimi secoli. Nel corso del novecento, l'evento piu' sanguinoso e', senza dubbio, il terremoto di Reggio e di Messina (nella foto) che, il 28 dicembre del 1908, rase al suolo le due citta' dello Stretto e tutti i comuni delle due rive, con un numero rilevantissimo di vittime, calcolate in quasi 86 mila, causate anche da un disastroso maremoto che devasto' tutta l'area dello Stretto di Messina subito dopo il sisma. L'Abruzzo fu colpito il 13 gennaio del 1915 da un sisma di quasi 7 gradi di magnitudo che distrusse il territorio della Marsica e rase al suolo la citta' di Avezzano. Il bilancio delle vittime fu stimato in oltre 30 mila morti. Nella storia recente del nostro paese, restano impressi i terremoti del 15 gennaio 1968 nel Belice, in Sicilia, che causo' 236 morti. Quello del 6 maggio 1976 in Friuli, con 976 morti. Il sisma del 23 novembre 1980 in Irpinia, che interesso' i territori di Basilicata e Campania, con danni ingenti e vittime anche nella citta' di Napoli e 2.570 morti.
100 ANNI FA REGGIO E MESSINA FURONO RASE AL SUOLO:
Il 28 dicembre 1908, alle 5,21 del mattino, nella piena oscurita' e con gli abitanti immersi nel sonno, uno dei piu' potenti terremoti della storia italiana, 7,1 gradi della scala Richter (11-12 della scala Mercalli), cui fece seguito un terribile maremoto, devasto' le coste della Calabria e della Sicilia, distruggendo radicalmente numerosi centri abitati tra cui le citta' di Reggio e di Messina. Il terremoto dello Stretto, di cui si e' celebrata tra Natale e Capodanno dello scorso anno la commemorazione del centenario, e' considerato uno degli eventi piu' catastrofici del XX secolo. La citta' di Messina, con il crollo di circa il 90% degli edifici, fu quasi rasa al suolo. Gravissimi i danni riportati da Reggio Calabria e da molteplici altri centri abitati del circondario. Furono sconvolte le vie di comunicazione stradale e ferroviaria nonche' le linee telegrafiche e telefoniche. L'illuminazione stradale e cittadina venne di colpo a mancare a Messina, Reggio, Villa San Giovanni e Palmi, a causa dei guasti che si produssero nei cavi dell'energia elettrica e della rottura dei tubi del gas. A Reggio Calabria andarono distrutti diversi edifici pubblici. Caserme e ospedali subirono gravi danni, 600 le vittime del 22.mo fanteria dislocate nella caserma Mezzacapo, mentre all'Ospedale civile, su 230 malati ricoverati se ne salvarono solo 29. Ai danni provocati dalle scosse sismiche e a quello degli incendi si aggiunsero quelli cagionati dal maremoto, di impressionante violenza, che si riverso' sulle zone costiere di tutto lo Stretto di Messina con ondate devastanti stimate, a seconda delle localita' della costa orientale della Sicilia, da 6 m a 12 m di altezza (13 metri a Pellaro, frazione di Reggio Calabria). Lo 'tsunami' provoco' molte vittime fra i sopravvissuti che si erano ammassati sulla riva del mare, alla ricerca di un'ingannevole protezione. Improvvisamente le acque si ritirarono e dopo pochi minuti almeno tre grandi ondate aggiunsero al gia' tragico bilancio altra distruzione e morte. Onde gigantesche raggiunsero il litorale spazzando e schiantando quanto esistente. Nel suo ritirarsi la marea risucchio' barche, cadaveri e feriti. Molte persone, uscite incolumi da crolli e incendi, trascinate al largo affogarono miseramente. Alcune navi alla fonda furono danneggiate, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi entrando in collisione l'una con l'altra ma subendo danni limitati. Il villaggio del Faro a pochi chilometri da Messina ando' quasi integralmente distrutto. La furia delle onde spazzo' via le case situate nelle vicinanze della spiaggia anche in altre zone. Le localita' piu' duramente colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico sulle coste calabresi; Briga e Paradiso, Sant'Alessio e fino a Riposto su quelle siciliane. Gravissimo fu il bilancio delle vittime: Messina, che all'epoca contava circa 140.000 abitanti, ne perse circa 80.000 e Reggio Calabria registro' circa 15.000 morti su una popolazione di 45.000 abitanti. Secondo altre stime si raggiunse la cifra impressionante di 120.000 vittime, 80.000 in Sicilia e 40.000 in Calabria. Altissimo fu il numero dei feriti e catastrofici i danni materiali. Numerosissime scosse di assestamento si ripeterono nelle giornate successive e fin quasi alla fine del mese di marzo 1909.
L'AGI ha ricostruito una breve storia dei terremoti in Italia, di quelli che si ricordano come i più distruttivi. La riproponiamo integralmente per i nostri lettori, in considerazione anche del fatto che nell'area ove si è verificato l'evento più tragico di tutti si vorrebbe oggi realizzare un'opera discussa e discutibile quale il ponte sullo Stretto di Messina-
Gli eventi sismici hanno segnato la storia dell'Italia fin dagli albori, lasciandosi dietro una lunga scia di sangue. Le statistiche riescono, tuttavia, a quantificare in maniera abbastanza approssimata il numero delle vittime solo in questi ultimi secoli. Nel corso del novecento, l'evento piu' sanguinoso e', senza dubbio, il terremoto di Reggio e di Messina (nella foto) che, il 28 dicembre del 1908, rase al suolo le due citta' dello Stretto e tutti i comuni delle due rive, con un numero rilevantissimo di vittime, calcolate in quasi 86 mila, causate anche da un disastroso maremoto che devasto' tutta l'area dello Stretto di Messina subito dopo il sisma. L'Abruzzo fu colpito il 13 gennaio del 1915 da un sisma di quasi 7 gradi di magnitudo che distrusse il territorio della Marsica e rase al suolo la citta' di Avezzano. Il bilancio delle vittime fu stimato in oltre 30 mila morti. Nella storia recente del nostro paese, restano impressi i terremoti del 15 gennaio 1968 nel Belice, in Sicilia, che causo' 236 morti. Quello del 6 maggio 1976 in Friuli, con 976 morti. Il sisma del 23 novembre 1980 in Irpinia, che interesso' i territori di Basilicata e Campania, con danni ingenti e vittime anche nella citta' di Napoli e 2.570 morti.
100 ANNI FA REGGIO E MESSINA FURONO RASE AL SUOLO:
Il 28 dicembre 1908, alle 5,21 del mattino, nella piena oscurita' e con gli abitanti immersi nel sonno, uno dei piu' potenti terremoti della storia italiana, 7,1 gradi della scala Richter (11-12 della scala Mercalli), cui fece seguito un terribile maremoto, devasto' le coste della Calabria e della Sicilia, distruggendo radicalmente numerosi centri abitati tra cui le citta' di Reggio e di Messina. Il terremoto dello Stretto, di cui si e' celebrata tra Natale e Capodanno dello scorso anno la commemorazione del centenario, e' considerato uno degli eventi piu' catastrofici del XX secolo. La citta' di Messina, con il crollo di circa il 90% degli edifici, fu quasi rasa al suolo. Gravissimi i danni riportati da Reggio Calabria e da molteplici altri centri abitati del circondario. Furono sconvolte le vie di comunicazione stradale e ferroviaria nonche' le linee telegrafiche e telefoniche. L'illuminazione stradale e cittadina venne di colpo a mancare a Messina, Reggio, Villa San Giovanni e Palmi, a causa dei guasti che si produssero nei cavi dell'energia elettrica e della rottura dei tubi del gas. A Reggio Calabria andarono distrutti diversi edifici pubblici. Caserme e ospedali subirono gravi danni, 600 le vittime del 22.mo fanteria dislocate nella caserma Mezzacapo, mentre all'Ospedale civile, su 230 malati ricoverati se ne salvarono solo 29. Ai danni provocati dalle scosse sismiche e a quello degli incendi si aggiunsero quelli cagionati dal maremoto, di impressionante violenza, che si riverso' sulle zone costiere di tutto lo Stretto di Messina con ondate devastanti stimate, a seconda delle localita' della costa orientale della Sicilia, da 6 m a 12 m di altezza (13 metri a Pellaro, frazione di Reggio Calabria). Lo 'tsunami' provoco' molte vittime fra i sopravvissuti che si erano ammassati sulla riva del mare, alla ricerca di un'ingannevole protezione. Improvvisamente le acque si ritirarono e dopo pochi minuti almeno tre grandi ondate aggiunsero al gia' tragico bilancio altra distruzione e morte. Onde gigantesche raggiunsero il litorale spazzando e schiantando quanto esistente. Nel suo ritirarsi la marea risucchio' barche, cadaveri e feriti. Molte persone, uscite incolumi da crolli e incendi, trascinate al largo affogarono miseramente. Alcune navi alla fonda furono danneggiate, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi entrando in collisione l'una con l'altra ma subendo danni limitati. Il villaggio del Faro a pochi chilometri da Messina ando' quasi integralmente distrutto. La furia delle onde spazzo' via le case situate nelle vicinanze della spiaggia anche in altre zone. Le localita' piu' duramente colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico sulle coste calabresi; Briga e Paradiso, Sant'Alessio e fino a Riposto su quelle siciliane. Gravissimo fu il bilancio delle vittime: Messina, che all'epoca contava circa 140.000 abitanti, ne perse circa 80.000 e Reggio Calabria registro' circa 15.000 morti su una popolazione di 45.000 abitanti. Secondo altre stime si raggiunse la cifra impressionante di 120.000 vittime, 80.000 in Sicilia e 40.000 in Calabria. Altissimo fu il numero dei feriti e catastrofici i danni materiali. Numerosissime scosse di assestamento si ripeterono nelle giornate successive e fin quasi alla fine del mese di marzo 1909.
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