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Mario Bravi Segretario Generale Camera del Lavoro di Perugia La fascia appenninica non è più solo un’espressione geografica. Dopo la manifestazione unitaria che si è svolta il 15 marzo a Gualdo Tadino, ha acquisito coscienza di sé, del proprio ruolo e della propria funzione. Questo, tanto più, dopo la crisi grave, preoccupante, che ci fa dire, che quell’area è tra le più colpite non solo su scala regionale ma anche a livello nazionale. Infatti in questa area sono a rischio ben 4.000 posti di lavoro su circa 70.000 abitanti. Un rapporto difficilmente paragonabile ad altre realtà. Per questo a proposito della fascia appenninica, riteniamo giusto parlare di una “crisi nella crisi”. Questi dati, questi numeri allarmanti, sono una conseguenza della crisi devastante che colpisce la Antonio Merloni, la ceramica artigiana e l’edilizia, giunta alla fine del ciclo della ricostruzione del dopo sisma del ’97. Non solo: la crisi non riguarda più unicamente il comparto industriale, ma colpisce anche il commercio e il terziario. Basta pensare, che nei giorni scorsi, la Confcommercio di Gualdo Tadino, ci ha detto in una riunione, che solo nei Comuni di Gualdo Tadino, Sigillo e Fossato di Vico, negli ultimi due mesi hanno chiuso 50 attività commerciali. Ora, però la fascia appenninica ha preso coscienza di sé. Ha costruito un documento unitario, sottoscritto da tutti: CGIL CISL UIL, gli Enti locali della fascia appenninica e tutte le Associazioni dei commercianti e degli artigiani. Il documento si pone l’obiettivo di aprire un tavolo di confronto, per realizzare un accordo di programma che scongiuri una crisi ormai ampia e devastante. Per farlo, occorre un ruolo forte del Governo e la previsione di investimenti e risorse. Il documento è stato consegnato al ministro Matteoli il 3 aprile. Il 7, sempre di questo mese, si è svolto l’incontro con i commissari sulla vicenda Antonio Merloni; l’esito rimane aperto a qualsiasi ipotesi e questo è un elemento in più per rafforzare la mobilitazione di tutto il territorio, tenendo conto che l’impianto di Gaifana, costituisce l’anello debole del gruppo. Tutti appuntamenti importanti, che andranno realizzati compiutamente. Ma è bene sapere, che per uscire dalla crisi e per sostenere adeguatamente quel documento, occorre proseguire la mobilitazione e la lotta di tutta la fascia appenninica. Condividi