Dal nostro inviato a L'Aquila Nicola Bossi
Nel piazzale della Scuola della Guardia di finanza sono state deposte all'incirca 200 bare: divise in quattro file. Lo strazio e il dolore dei parenti e dei sopravvissuti è drammatico. Ci sono intere famiglie racchiuse in un metro e mezzo di terreno. C'è la fila, dei fratellini rimasti sotto le macerie: la chiamano così genitori e cittadini che gli danno l'estremo saluto, quasi per indicare una solidarietà che va al di là delle singole famiglie.
Davie e Matteo Cinque avevano 3 e 2 anni: sulle bare c'è una foto che le ritrae abbracciati e sorridenti. Tra di loro c'è soltanto la bara della madre che sembra ancora una volta tenerli a bada in questo momento così solenne. Poco più in là c'è l'altra coppia di fratellini De Felice: anche loro avevano poco più di 3 anni. Sopra le loro bare bianche, piccole come un pugno, tanti fiori. Davanti ai feretri tante sedie per contenere i corpi vivi, ma senza più anima, di alcuni anziani parenti.
Ha perso tutto, e la casa è veramente l'ultimo dei suoi pensieri. Il signor Esposito ha meno di 35 anni, ma in un lasso di vita così breve a causa di una scossa sismica durata una manciata di secondi ha perso la moglie - Valentina Berti - e il figlioletto di 2 anni. Per il dolore enorme l'organizzazione dei soccorsi gli ha concesso uno speciale trattamento: la bara bianca del piccolo è stata sovrapposta a quella della madre. Sul feretro bianco sono stati messi dei giocattoli, ancora nuovi, che erano stati comprati al bimbo per il suo imminente compleanno. Il padre, volto tumefatto dai calcinacci della sua casa, abbraccia costantemente tutte e due le bare. Bacia quella bianca del figlioletto e gli sussurra sempre la stessa frase: "Ti voglio bene, non aver paura che c'è la mamma con te".
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