PERUGIA – Il Consiglio provinciale ha approvato alcune modifiche ed integrazioni allo Statuto provinciale e al Regolamento sul suo funzionamento. Il Presidente della commissione Statuto e Regolamento Palmiero Bruscia ha premesso che “il filo rosso” che lega tra di loro le varie modifiche è “la volontà di dare maggiore rilevanza al ruolo di indirizzo e controllo del Consiglio provinciale”.
Nel dettaglio – ha spiegato - per quanto riguarda lo Statuto si dà maggior rilievo alla presidenza del Consiglio provinciale ed è prevista, altresì, la facoltà di attribuire formalmente a consiglieri incarichi per lo svolgimento di specifici compiti, su deleghe di competenza del Presidente, senza sconfinare nell’amministrazione attiva. Mentre per quanto attiene al Regolamento viene normato l’Ufficio di presidenza; sono stabiliti per il presidente del Consiglio poteri di iniziativa sulle deliberazioni che riguardano il Consiglio stesso, i consiglieri e le commissioni.
È prevista la piena competenza del Consiglio sul Piano generale di sviluppo, inteso come raccordo tra le linee programmatiche e le politiche europee nazionali, regionali e le oggettive capacità dell’ente nel periodo del mandato e deve essere verificato e votato anno per anno. La vicesegretaria diventa un riferimento organizzativo ed è previsto il potenziamento della dotazione informatica dei gruppi. Per quanto riguarda le commissioni hanno potere di iniziativa su proposte di deliberazione, ordini del giorno e relazioni e, tramite il presidente, possono convocare aziende, società, enti ed associazioni.
Infine, novità anche per la redazione del testo con l’introduzione del doppio articolo per garantire le Pari opportunità”. Ed è proposito di quest’ultimo aspetto che Giovanni Ruggiano (An) si è detto “d’accordo per eliminarlo in quanto appesantisce la lettura e perché la parità dei sessi non si misura da queste cose”. Della stessa opinione anche Guido De Prisco (Prc) che ha aggiunto la “soddisfazione per il Piano generale di sviluppo poiché si deve costruire un rapporto con gli altri enti”. Per Giampiero Rasimelli (Pd) “è necessario riportare il Consiglio in merito al dibattito politico-amministrativo e si deve anche porre mano al modo di discutere all’interno del Consiglio medesimo”.
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