PERUGIA – Dei 59 comuni della provincia, 40 possiedono almeno un percorso natura e il comune con più percorsi è Perugia con 15 di cui 8 pedonali e 7 multifunzionali (pedonali, vita, ciclabili, ippovie). Questo è uno dei dati che salta maggiormente all’occhio, insieme a quello del numero complessivo dei percorsi censiti e catalogati (ben 73 per una estensione di quasi mille chilometri), sfogliando la guida “Percorsi natura della provincia di Perugia (risorse naturale e antropiche tra sviluppo e conservazione)”, presentato questa mattina in Provincia. Il volume è il frutto del lavoro svolto dagli autori Aldo Ranfa, Mara Bodesmo e Fabio Ceci. A promuoverlo è stata la Provincia di Perugia (Assessorato all’ambiente) che in un primo tempo ha deciso in collaborazione con l'Università degli Studi di Perugia (Dipartimento di Biologia Applicata) di sviluppare una ricerca rivolta al censimento e catalogazione sia dei percorsi natura, che dei parchi pubblici del territorio provinciale. Un lavoro che, come ricordato oggi, vuole valorizzare le risorse ambientali e paesaggistiche della provincia rilevando e facendo conoscere al grande pubblico percorsi di semplice fruibilità che possono essere utilizzati per una semplice passeggiata o per una esperienza più significativa e complessa anche dal punto di vista didattico. Lo studio è stato svolto compiendo sopralluoghi in campo, al fine di verificare la localizzazione dei Percorsi Natura, ed in questa fase è stato possibile effettuare rilievi floristici per l'individuazione delle specie vegetali presenti. In seguito si è proceduto all'implementazione di un database geografico e sono stati acquisiti svariati livelli informativi di base tra cui morfologia, idrografia, viabilità, accanto a tematismi come i Siti di Importanza Comunitaria, le Zone di Protezione Speciale, le Aree archeologiche o di importanza storica ecc. Le tipologie di verde rilevate, pur rientrando nel concetto generale di Percorsi Natura, spesso assumono denominazioni diverse anche se le funzioni si mostrano simili: è il caso degli "Itinerari naturalistici" che rientrano a pieno titolo nella categoria dei "Sentieri naturalistici" o dei "Percorsi storici" e dei "Percorsi letterari" che possono rientrare nella categoria dei "Percorsi pedonali". La gran parte dei percorsi inoltre ha una funzione duplice o multipla come per la maggior parte dei "Percorsi salute" che spesso si sovrappongono per un piccolo tratto con "Percorsi pedonali"; altri sono polifunzionali come i "Circuiti del paesaggio" che spesso sono percorribili a piedi, a cavallo, in bicicletta ed in auto. Come detto in tutta la provincia di Perugia sono stati censiti e catalogati 73 percorsi per uno sviluppo di 963,55 chilometri; tra di essi si annoverano tratti molto lunghi, anche di circa 50 chilometri, e diversificati dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, ma anche piccoli tragitti di appena 100 m. I Percorsi Natura rilevati comprendono realtà interessanti dal punto di vista paesaggistico ed ambientale che percorrono o lambiscono aree con siti di notevole interesse dal punto di vista della biodiversità, come la Palude di Colfiorito, l'ex tracciato della Ferrovia Spoleto-Norcia, il Percorso dell'Antica Flaminia, il Percorso della Valle del Chiascio, la Palestra naturalistica di Monte Calvario e il Percorso del Colle della Trinità. Alcuni sono a tema come quello Letterario di Castel Ritaldi o come quelli che percorre la zona periurbana di Montefalco valorizzando le colture agricole di pregio (viti e olivi). Taluni ripercorrono tracciati di eventi storici, come quello legato alla Battaglia del Trasimeno a Tuoro e quello legato al Castello di Vernazzano. Qualcuno è prettamente religioso come il Sentiero Francescano. “Questa indagine – è stato spiegato dagli autori - non vuole essere solamente un elenco di percorsi e dati quantitativi, ma vuole fornire anche dati qualitativi sul territorio e sui luoghi in cui essi sono presenti; inoltre mette in evidenza eventuali ambienti vegetali di particolare pregio e che naturalmente vengono maggiormente valorizzati anche ai fini della conoscenza e, di riflesso, della conservazione della biodiversità”. Condividi