Dal nostro inviato a L'Aquila Nicola Bossi
A Fossa, paese colpito dal terremoto del 6 aprile che qui ha fatto quattro vittime, si sta finalmente realizzando la prima tendopoli dopo due notti completamente passate all'aperto, sotto l'acqua e affrontando una temperatura vicina allo zero. Al momento sono state montate tende per 200 persone, quando però la richiesta è di 500 unità. Mancano ancora a Fossa la mensa, i gruppi elettrogeni per l'illuminazione e una centrale operativa della Protezione civile.
Comunque nel piccolo paesino, nonostante i tanti disagi, si trascorre la giornata giocando a pallone nel campo sportivo che diventerà prima o poi tendopoli. Mentre i bambini più piccoli, quasi come ad esorcizzare il mostro del terremoto, giocano con delle biciclette in mezzo al fango e la ghiaia del campo sportivo. Per gli anziani è stata messa a disposizione una serie di container e delle panche di legno per restare seduti e al sicuro. Il centro di Fossa sarebbe inagibile al 70%, secondo fonti della Protezione civile. Mentre le case nuove, soprattutto villette, avrebbero piccole lesioni e potrebbero anche essere considerate agibili la prossima settimana alla fine dei controlli. Fossa, nonostante le quattro vittime e la grande paura, non è certamente l'inferno di Onna, la frazione dell'Aquila rasa al suolo.
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