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CITTA' DI CASTELLO - “Con la consulta del Centro storico ho parlato delle verifiche sulle residenze in particolari ambiti urbani ed in locali ritenuti impropri, ringraziando i cittadini per le sollecitazioni che danno maggior forza ed incisività alle azioni per il controllo della legalità per le quali il Comune ha istituito un apposito gruppo di lavoro che ha dato inizio ad interventi e verifiche nel centro storico". "Ma - sottolinea il Sindaco Cecchini riferendosi all’incontro avuto con l’organismo di partecipazione rappresentativo del centro cittadino - l’argomento principale ha riguardato lo stato di attuazione del contratto di quartiere, anche per l’attenzione che ad esso è stata riservata da varie parti e per le indicazioni della stessa consulta, la quale aveva sollecitato il comune a fare in modo di non perdere i finanziamenti ma di operare comunque per apportare ai progetti ogni possibile miglioramento compatibile con la conferma delle risorse necessarie a garantire la completa sistemazione dell’area”. “Ho dato conto del fatto che il Comune ha attivato la gran parte delle operazioni di propria competenza (acquisto del cenacolo; appalto dei lavori per la rotatoria e per i lavori delle mura; acquisto della casa delle monache dell’ospedale) e che altrettanto stanno facendo i proprietari dell’ex cinema Vittoria e dell’ex istituto cieca della Metola, ed ho anche sottolineato che, a segnare il passo, è la parte più complessa del progetto, quella che riguarda l’area della ex Fat e Fintab”. “Per quanto ci riguarda, come Comune siamo di fronte ad un progetto, quello di Fat e Fintab approvato in Consiglio comunale e passato al vaglio sia della Regione sia del Ministero che, su quella base, hanno proposto e concesso il finanziamento del Contratto di quartiere. La proprietà si è anche impegnata contrattualmente ad eseguire le opere previste, con tanto di clausole fideiussorie e di vincoli economici. Ciò non significa che il Comune sia però sordo e cieco ed ignori le perplessità avanzate dai cittadini, anche in sede di Consulta, e le contrapposte posizioni di chi vorrebbe demolire tutti i fabbricati esistenti e chi vorrebbe invece mantenerli e ristrutturarli. Il comune non può nemmeno ignorare le preoccupazioni della proprietà, che ritiene profondamente cambiate le condizioni rispetto a quelle originarie esistenti nel 2004, che l’hanno indotta a chiedere, in un incontro avvenuto proprio in questi giorni, modifiche sostanziali (una piazza al posto del parco archeologico ed un centro commerciale, anziché servizi, a piano terra) per migliorare la situazione logistica dell’area e mantenere l’equilibrio economico dell’intervento”. “Alla proprietà ho detto con chiarezza - sottolinea quindi la Cecchini - che le modifiche del progetto possono essere valutate solo se collocate nella prospettiva di un miglioramento dell’interesse pubblico e formulate in modo che il Comune sia in grado di sottoporle alla verifica di Regione e Soprintendenza con una ragionevole certezza che possano essere accolte favorevolmente. Ho quindi invitato la proprietà a farsi carico di presentare, entro il termine ristretto di poche settimane, la sua eventuale proposta alternativa che eviti di demolire i capannoni ma garantisca, attraverso una radicale ristrutturazione degli immobili esistenti, una superficie di edilizia residenziale compatibile con gli standard previsti dal progetto originario, non immaginando possibile che il contratto di quartiere, e quindi la comunità tifernate, possa perdere consistenti finanziamenti per l’inerzia del partner privato più significativo”. “Alla Consulta ho anche riferito che il Comune ha riattivato con la regione contatti finalizzati alla collocazione sul mercato dell’edificio dell’ex ospedale ed alla ricerca di acquirenti in grado di dare una destinazione ed una funzione attiva della struttura come elemento di vitalità non solo per la vasta area dei rioni Prato e Mattonata ma per il centro storico nella sua interezza”. Condividi