di Daniele Bovi
Se il centrodestra sul caso circoscrizioni stava riunito in via Fani per la conferenza stampa di cui Umbrialeft ha parlato in questo articolo, il centrosinistra, e il Pd in particolare si stava già radunando, armato di bandiere, sotto la sede della prefettura in piazza Italia. Sopra invece, negli uffici del prefetto Enrico Laudanna, c’erano i parlamentari umbri del Pd Clara Sereni, Anna Rita Fioroni, Gianpiero Bocci e Mauro Agostini. Questi ultimi combattivi, quelli fuori, una cinquantina, alquanto incazzati.
“Siamo qui – dice il coordinatore del Pd comunale Giacomo Leonelli ad Umbrialeft – per protestare non contro il prefetto ma bensì contro la nota ministeriale. Il centrodestra poi dovrebbe tacere, perché l’unico a potersi pronunciare è il Tar. Il potere politico non può sostituirsi a quello giudiziario”. E a proposito di Tar, fonti qualificate riferiscono ad Umbrialeft che il giorno della sentenza che dirà qualcosa di chiaro sull’intricata questione sarà quello dell’8 aprile. “Io credo – continua Leonelli – che questo atto sia una grave intromissione in un provvedimento legittimo del comune. Credo inoltre che il ministro Maroni sia stato abbastanza compiacente nei confronti del centrodestra comunale”.
Nei dintorni della piazza intanto arrivano alla spicciolata per vedere che succede alcuni consiglieri del centrodestra come Massimo Monni e Andrea Romizi. Un militante del Pd gli urla di andare via. Quelli, in silenzio, battono in ritirata. “E che – dice il militante – io prendo un giorno di ferie per stare qua e me devo vedé questi che vengono a ride e a pijacce pel culo?”. Tutto sommato, non fa una grinza.
In piazza c’è anche il neopresidente del Consiglio regionale Fabrizio Bracco (Pd) che stringe mani, sorride e si prende gli auguri dei militanti. Gli undici mesi di navigazione che lo aspettano, in effetti, non saranno dei più semplici. Dai portoni della prefettura escono poi finalmente i quattro onorevoli democratici che si metton prontamente a portata di microfoni per riferire sull’incontro: “Quello che è successo – dice Anna Rita Fioroni – è un’umiliazione dell’autonomia e dell’anagrafe comunale. In base a cosa – continua – l’orientamento del ministero è più forte dell’autonomia comunale? Comunque sia, abbiamo chiesto al governo di recedere. Il prefetto ha colto la gravità della situazione e riferirà. Lunedì alla camera, prima di discutere l’ordine del giorno, porteremo la questione in aula, che è di una gravità eccezionale. Se il governo continuerà nei suoi intenti, si profila uno scontro politico-istituzionale senza precedenti”.
Di “sgarbo alla democrazia senza precedenti” parla invece Gianpiero Bocci: “Abbiamo apprezzato – dice – la disponibilità del prefetto. Ma se prevarrà un atteggiamento come questo andremo avanti con tutti gli strumenti di cui siamo in possesso”.
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