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GUBBIO - Si intitola “Tacchetti rossi” lo spettacolo teatrale, scritto e diretto da Laura Masielli, che sarà rappresentato questa sera alle ore 21, ingresso libero, presso l’Istituto Tecnico Commerciale "M. Gattapone" di Gubbio. Lo spettacolo porterà sul palco la tragica scena di uno stupro, dove il percorso attraverso i labirinti psicologici della vittima si mescola alla crudeltà e all’austerità delle forme e delle atmosfere del drammatico momento vissuto. La violenza di genere è la prima causa di morte in Europa e nel mondo intero per le donne, essa si annida in ogni piega del vivere, limita la libertà in ambienti dove non ci si dovrebbe sentire minacciati mai: la casa, la famiglia, il proprio mondo. Lo spettatore sarà coinvolto in una dimensione della realtà dalle sfumature non sempre piacevoli che però si stempera nella grande capacità dell’autrice di ricreare sempre atmosfere dal sapore quasi irreale. La storia da lei raccontata descrive un’esperienza dalle tinte forti che allo stesso tempo si mescolano alla leggerezza dei pensieri e dove la forza d’animo femminile emerge in tutta la sua grandezza. "Lo spettacolo è dedicato a Donatella Colasanti e Rosaria Lopez – spiega la Masielli - le due vittime dell'orrendo stupro del Circeo.Avendo piu' o meno l'età delle due povere vittime, mi sono sempre chiesta come sarebbe stata la mia vita dopo un fatto del genere. La risposta mi è stata data pochi anni fa, quando l'unica sopravvissuta si è spenta dopo un lungo calvario fatto di sofferenza e malattia. Mi sono anche chiesta se il fatto di non aver trovato tutti i mandanti non abbia peggiorato la vita di Donatella, che sperava di trovare conforto almeno nella giustizia. Credo proprio sì! Almeno questo è il mio punto di vista. Io, personalmente, non sarei sopravvissuta al ricordo delle torture, delle sevizie, delle parole. Mi avrebbe accompagnato nel tempo e fatto perdere la speranza, che è poi quella che ci anima e ci spinge lungo il percorso della nostra vita. Sui fatti del Circeo non è stata fatta piena luce e non c'è stata giustizia, e Donatella si è sentita sola! Per questo motivo le dedico questo lavoro, lo dedico ad una donna che sento piu'che mai sorella e amica. Ad certo punto dello spettacolo, la protagonista si ritrova a chiedere l'aiuto di Dio come Gesù sulla croce. Non vorrei che questo simbolismo fosse male interpretato e considerato blasfemo. Infatti la croce è in scena come simbolo di massima sofferenza e questa scelta non vuole essere per nulla offensiva nei riguardi della religione cattolica. La protagonista non ce la farà e questo non deve essere interpretato come se fosse la violenza a vincere ma come un momento di grande sincerità: non si puo' sopravvivere dopo un fatto del genere. Altra protagonista è l'anima, descritta nel momento in cui decide di lasciare il corpo martoriato della protagonista. Questo gesto gentile è, l'unico mezzo di difesa che ha per porre fine alle sue sofferenze. Infine, la scelta dei tacchetti rossi. Protagonisti della scena, sono elemento di quella femminilità che si esprime naturalmente ed ingenuamente, una femminilità che non avrebbe mai immaginato che a lasciarsi andare sarebbe finita cosi'. L'opera è costruita come una tragedia greca in chiave moderna ed ha il supporto di una orchestra formata da 11 elementi + 2 attrici ed un soprano. In scena Tiziana Giletto e Nadia Perciabosco. Il tutto accompagnato dalla musica dal vivo degli “Unavantaluna” gruppo di musica etnica siciliana, composto da Pietro Cernuto, Carmelo Cacciola, Luca Centamore, Andrea Piccioni e Arnaldo Vacca e il Quintetto d’archi composto da Elvin Dhimitri, primo violino anche dell’Orchestra Filarmonica di Tirana, Roberta Mammucari, Ilia Kanani, Valentino Ferraro e Doriano Roccon. Condividi