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PERUGIA - ''Tu sei una brava persona, hai fatto molto per me, puoi chiamarmi quando vuoi''. E' quanto avrebbe detto Amanda Knox abbracciando Patrick Lumumba, il cinque novembre 2007, tre giorni dopo il ritrovamento del corpo di Meredith Kercher, quando i due si incontrarono davanti all'Universita' degli Stranieri di Perugia. A riferirlo oggi in aula, e' stato lo stesso musicista congolese, testimone davanti alla Corte d'Assisie di Perugia nel processo che vede imputati la Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher. Patrick venne arrestato dalla polizia alle prime ore del mattino successivo al suo incontro con Amanda, proprio in seguito alle dichiarazioni di questa ultima che lo indico' come l'autore del delitto. Rimase in carcere per 14 giorni per poi essere completamente scagionato da ogni accusa. Davanti alla Corte, Lumumba ha spiegato che i rapporti con Amanda ''erano buoni'' e che ''non c'erano mai stati litigi o discussioni''. I due si erano conosciuti quando la giovane di Seattle aveva chiesto al musicista congolse di poter lavorare nel suo pub. Successivamente, in occasione di una cena organizzata all'interno del locale, Patrick aveva conosciuto anche Meredith che aveva accompagnato in quella occasione Amanda. Patrick ha spiegato che, anche la sera del primo novembre (Meredith Kercher e' stata uccisa la notte tra il primo e il due novembre ndr) la studentessa americana sarebbe dovuta andare al lavoro ma che, vista la poca clientela, decise di inviarle un messaggio per dirle di non andare al pub. Lumumba ha precisato di aver appreso dell'omicidio di Meredith la sera del due novembre, nel suo locale, e di aver chiamato Amanda per avere conferma. ''Mi disse che era vero - ha detto Patrick in aula - ma che non poteva parlare perche' era dalla polizia. Mi chiese anche come sapevo quanto accaduto''. Il musicista congolese ha quindi riferito di aver rivisto Amanda il cinque novembre, davanti all'Universita' per Stranieri di Perugia. ''La vidi passare e la chiamai - ha aggiunto -. Le chiesi come stava e lei si lamento' del fatto di essere stata allungo dalla polizia e mi disse di essere molto stanca. Le dissi che era normale che la polizia facesse domande e le chiesi se se la sentiva di parlare con i giornalisti. Mi spiego' che non poteva perche' lei e le altre coinquiline della casa avevano stabilito di non parlare con nessuno di quanto era accaduto''. Prima di lasciare Patrick, la Knox avrebbe quindi abbracciato questo ultimo dicendogli che era una brava persona e che aveva fatto tanto per lei. Il musicista congolese ha poi raccontato dell'arresto, avvenuto alle prime ore del mattino successivo. Condividi