Udienza a porte chiuse. Il giudice della Corte d'Assise Giancarlo Massei ha accolto questa mattina la richiesta dei legali della famiglia Kercher che non voleva dare in pasto ad estranei il corpo martoriato di Meredith. Un corpo sfregiato dai killer e poi analizzato e tagliato anche dai medici legali in cerca di indizzi. L'udienza senza pubblico è iniziata proprio con la testimonianza del medico legale Luca Lalli che dopo cinque ore di esame e contro-esame ha confermato la sua perizia senza nessuna novità. La morte della ragazza inglese è avvenuta intorno alle 23, per dissanguamento e dai tamponi vaginali esaminati è emerso che avrebbe avuto un rapporto sessuale frettoloso prima di morire. L'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Raffaele Sollecito, incalza il medico chiedendo due aspetti fondamentali dell'autopsia. Se ci sono segnali equivocabili della violenza sessuale e se si può stabilire se la morte possa essere stata provocata da più mani, ovvero da più persone. Lalli ammette che non ci sono segnali esterni che possano far affermare chiaramente che si è trattata di una violenza sessuale. Anche se non la esclude facendo il paragone di un abuso ottenuto sotto minaccia di un'arma o psicologica. Alla seconda domanda dell'avvocato Bongiorno, il medico legale ammette che non è possibile stabilire quante persone possono essere state presenti nella camera durante l'omicidio. In mezzo a domande e risposte, in aula vanno in scena i fotogrammi di quello che rimane di Meredith. Amanda Knox - riferiscono - non guarda mai i video e le foto. E' turbata. Niente sorrisi come al solito. Raffaele Sollecito invece osserva tutto e prende minuziosamente appunti. I fidanzatini tornano protagonisti dopo la testimonianza di Lalli, quando è il turno del negoziante che li ha visti, 24 ore dopo l'omicidio di Meredith, baciarsi spregiudicatamente ed acquistare due perizoma per una serata che come avrebbe detto Sollecito: "hot sex". Insomma una serata dove dare il meglio dei loro appena vent'anni, pieni di così appetiti. Sia Amanda e Raffaele restano impassibili davanti a questa ricostruzione. Non c'è vergogna nei loro sguardi. Sollecito ha querelato il negoziante per menzogna, ma ci sono i video muti del loro shopping. La parte finale dell'udienza spetta tutta a Patrick Lumumba, l'uomo accusato da Amanda di essere il killer di Metz e poi scagionato dopo 14 giorni di prigione. Lumumba parla del suo rapporto con Amanda. "La conoscono da quando è venuta da Seattle. Cercava un posto di lavoro per guadagnare qualcosa senza gravare troppo sulla famiglia. I nostri rapporti erano buoni". Lumumba ammette di aver chiamato Amanda per sapere della morte di Meredith. "Chiamai il giorno dopo - spiega al Pm - ma era impegnata con le forze dell'ordine in Questura". Poi l'incontro prima dell'arresto. "Ci siamo visti il 5 novembre davanti all'Università per stranieri. Mi ha abbracciato e mi ha detto (Amanda) che ero una brava persone e che avevo fatto tanto per lei". Il musicista infine ha raccontato del suo arresto proprio per via delle dichiarazioni di Amanda. La sua peggiore preoccupazione in quelle ore "di non rivedere mio figlio". Condividi