In Consiglio regionale si è chiusa mercoledì scorso la travagliata vicenda della Presidenza dell'assemblea. Fabrizio Bracco è il nuovo presidente che traghetterà il massimo consesso regionale. Mauro Tippolotti, dopo settimane di silenzio, torna a parlare sulle pagine della stampa locale, con modalità e vocabolario da guerra. Consigliere Vinti si sente un traditore come denunciato da Tippolotti?
"Le dichiarazioni di Tippolotti mi lasciano a dir poco esterrefatto; parla di tradimento, di patto bertinottiano con gli elettori dimenticando che intanto c'è stato un congresso di partito dove più opzioni politiche si sono confrontate (e scontrate) e dal quale è uscita una linea chiara. Questa io la chiamo democrazia. Chi fa i contratti e i patti con gli italiani è Berlusconi, noi abbiamo un'altra idea di società, di rappresentanza, di forma partito. Se poi chi quel congresso lo perde fa come il bambino capriccioso a cui la sorte non irride sul campo di calcio e se ne va portandosi via il pallone..."
Un commento sugli interventi di Tippolotti a La Nazione e al Corriere dell'Umbria?
"Il “soldato semplice” Tippolotti avrebbe potuto utilizzare il grande spazio che oggi i giornali gli dedicano per esprimere qualche concetto di politica e soprattutto di sinistra, invece che perdersi in dichiarazioni astiose dove del suo famigerato progetto politico non emerge alcunché.
Non una parola sulla crisi produttiva e del lavoro, non una parola sulla crisi morale ed etica, non una parola sui nodi veri che deve affrontare la nostra Regione e i suoi territori. Deludente. Spero, se ne è in grado, che la prossima volta ci dica in Umbria quali sono i suoi insanabili conflitti programmatici con Rifondazione, in quali passaggi non è stato d'accordo e perchè. Quando il partito la ha indicato per ben tre volte a presidente del Consiglio concordava eccome".
Siete accusati di essere un partito identitario!
"Sappiamo chi siamo e abbiamo detto che non siamo sufficienti a ricostruire uno schieramento sociale, culturale e politico radicato ed influente nella società. Ripartiamo da Rifondazione per riaprire un percorso vero, d'insediamento sociale della sinistra di alternativa, anticapitalistica e comunista, laica e libertaria, che si ricostruisce nella società, nel conflitto sociale, nelle piaghe e nelle contraddizioni del capitalismo e del neoliberismo, non nella sfera dell'architettura politica, sommando progetti politici contraddittori tra loro, se non alternativi".
Ma siete ortodossi o no?
"Rifondazione è una formazione che si fonda su una pratica politica e sociale che vuole essere utile, che ritiene la ricerca teorica essenziale per capire e contrastare un capitalismo che cambia. Siamo identitari almeno quanto Pietro Ingrao, per capirci.
Certamente non siamo genericamente solo “di sinistra”. Non siamo parte di quella “sinistra senza classe” tanto cara al craxismo e a Tony Blair: è vero siamo un'altra cosa. Forse siamo in minoranza oggi, ma sinceramente fuori dalle compatibilità capitaliste di tipo economico, sociale e culturale.
Piuttosto ci spieghino i vendoliani che tipo di progetto politico possano costruire con i socialisti teorici della precarietà sul lavoro, atlantisti e sostenitori di tutte le guerre preventive, presidenzialisti e filo – confindustriali. Le cose sono due o al congresso ci hanno raccontato un sacco di balle o hanno venduto l' “anima al diavolo”.
Non si scappa!"
Ti accusa di essere un padroncino del partito.
"Da quando abbiamo fondato Rifondazione il nostro intento è stato quello di non chiuderci nel ruolo di vestali della ortodossia, aprendoci a tutte le tendenze di sinistra condividevano, non ideologicamente ma politicamente, il nostro progetto, da Maria Fida Moro a Nerio Nesi per arrivare, in fondo, a Mauro Tippolotti.
E nonostante le delusioni e gli insuccessi quella linea di aggregazione, contaminazione, interlocuzione deve continuare.
Qualcuno esiste oggi politicamente, in altri progetti solo grazie a questo atteggiamento, che perdurerà!
Personalmente mi considero un comunista critico e libertario, un ingraiano umbro, lo ero e lo sono.
Altro che padroncino, in questi mesi Rifondazione ha prodotto un nuovo quadro dirigente, una nuova generazione, preparata e capace, all'altezza della sfida. Tutto è cambiato, fortunatamente ed in meglio. Rifondazione non ha padroncini, ma compagne e compagni che si assumono responsabilità, che dirigono il partito non per cooptazione ma perchè eletti e selezionati dai congressi.
Tutti sanno che avrei voluto non assumere ancora impegni cosi gravosi, ma la mia cultura mi impone che specialmente dopo essere stato gratificato della fiducia della mia comunità con incarichi prestigiosi, non posso tirarmi indietro se mi si chiedono ulteriori sacrifici. Tu a quella comunità rispondi sia quando ti piace sia quando non ti piace. Sia quando sei d'accordo sia quando non sei d'accordo. Ogni riferimento personale non è casuale..."
Tippolotti dice che nell'atteggiamento di Rifondazione Comunista c'è stato un più di rancore personale
"Ma mi faccia il piacere! In quanto Segretario regionale di Rifondazione Comunista ho ben altre priorità in agenda. Siamo impegnati in una grande iniziativa per il rilancio di Rifondazione Comunista, il recupero della utilità sociale di una forza di sinistra in grado di costruire una opposizione vera nel Paese alle destre e Berlusconi, capace di elaborare proposte e contributi per una uscita da sinistra della grave crisi economica che sta vessando lavoratori, pensionati, i giovani.
Per amore di verità Tippolotti, mal consigliato, è stato l'unico carnefice di se stesso, con iniziative come la lettera da lui inviata al Consiglio all'indomani dell'uscita da Rifondazione Comunista, che hanno dato il la all'opposizione per bloccare i lavori istituzionali. Un empasse che poteva e doveva essere evitata per rispetto della Istituzione e degli umbri. Rifondazione ha posto una questione semplice: è normale che chi ricopre delle cariche in virtù di accordi politici stipulati dal precedente partito di appartenenza prosegua nelle sue funzioni? Rifondazione pensa di no. E questa idea dopo settimane di tentennamenti è stata fatta propria da tutta la coalizione, Presidente Lorenzetti e Segretaria Bruscolotti compresa.
Il PD ha preso atto che la situazione politicamente era insostenibile. In ritardo, con troppo ritardo, ma alla fine si è svolta una linea di chiarezza e trasparenza.
Tralascerei i clamorosi errori politici compiuti in questa fase, tant'è che alla fine anche i sostenitori dello “status quo” dentro il PD si sono ricreduti. Per non parlare del fatto che nessun “vendoliano” è intervenuto a sostegno di una posizione che è passata nell'opinione pubblica come quella di un nuovo Villari di provincia.
Un periodo non glorioso del Consiglio regionale che mi auguro venga rapidamente superato con l'elezione del professor Bracco".
Ti dice che sostenere Boccali vuol dire sostenere le loro posizioni.
"E quali sarebbero le loro posizioni? Perchè se ce l'hanno primo o poi le diranno, spero!
In queste settimane abbiamo tenuto, in perfetta solitudine, la barra sui programmi e sulla definizione del profilo programmatico della nuova coalizione di centro sinistra in Umbria e a Perugia. In questa battaglia quelli della “sinistra” qualcuno li ha visti” li ha sentiti?
Abbiamo posto tre assi di ragionamento: il primo attiene a quali risposte alla crisi economica e sociale questa coalizione mette in campo; il secondo pone l'esigenza di un cambiamento del modello di sviluppo, ridimensionando il peso delle “tre C” (cavatori, cementieri, costruttori” a cui abbiamo aggiunto la quarta, i centri commerciali) a favore dell'impresa di qualità, l'impresa che innova e che fa ricerca, l'impresa che ha bisogno di lavoro qualificato e specializzato, a cominciare dalle nuove tecnologie e della “Green economy”; il terzo come l'Umbria sta dentro il nuovo assetto dello stato e il federalismo.
Questo è identitarismo o proposta politica? Poniamo questioni vere o ideologiche? Questa è la linea nata dal III congresso regionale di Rifondazione dell'Umbria. Qualcuno in quel congresso ha avuto notizia di Tippolotti e compagnia?"
Quali rapporti intende costruire Rifondazione Comunista con il movimento di Vendola e la Sinistra e Libertà?
"Le relazioni ordinarie tra soggetti politici diversi e con finalità differenti, per verificare la possibilità di percorsi comuni.
Sostanzialmente questo nuovo cartello elettorale chiamato La Sinistra nasce sotto l'egemonia culturale, politica e organizzativa socialista. Con i socialisti umbri abbiamo rapporti che discendono dalle alleanze istituzionali in Regione, nelle provincie e in tanti comuni, con i quali, finchè i programmi amministrativi lo consentiranno, vogliamo avere rapporti leali".
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