LONDRA - "Ho detto a Obama che si deve tirare su le maniche per far uscire il mondo dalla crisi visto che arriva proprio dall'America. Lui mi ha risposto che ho ragione e che l'importante è restare tutti insieme per risolvere i problemi". Silvio Berlusconi racconta così il suo incontro con il presidente Usa durante il vertice del G20 di Londra e qualcuno ha notato una certa caduta di stile del Cavaliere che ha completamente dimenticato di citare l'
amico Bush con il quale pure aveva lungamente duettato, come se questi nella catastrofe che ci sta attraversando non c'entri per nulla.
Poi, naturalmente, come è solito fare, ha cercato di attribuirsi gran parte del merito dell'accordo raggiunto al G20 inserendosi a forza fra lo stesso Obama e Medvedev, issando il pollice in segno di vittoria e un grande sorriso a tutta dentiera stampato in faccia per dire che in fondo in fondo i buoni rapporti fra i due si debbono in buona pare anche alla sua mediazione. I due, poveretti, un po' presi alla sprovvista, si sono prestati al gioco, mica potevano prenderlo a male parole. Una certa etichetta va osservata se si vogliono mantenere buone relazioni diplomatiche.
Al posto loro ci ha però pensato la regina Elisabetta che sentendolo urlare
"Mister Obama..." per richiamare l'attenzione del presidente Usa, che si gira spontaneamente vero di lui, lo riprende pubblicamente con un "Ma perché deve gridare così forte...?".
Quanto ai contenuti del vertice, Berlusconi ne ha approfittato per esibirsi in una nuova capriola verbale: appena l'altro ieri, infatti, si era detto "non spaventato dalla possibilità di sfondare il deficit", un'affermazione che è stata ripresa da tutta la stampa italiana (reti Mediaset comprese) che, come al solito dove averlo frainteso, adesso sostiene di non aver "Mai pensato di farlo, anche perché c'è la crisi e si sfora da solo. L'unica manovra possibile è spostare interventi già destinati e convertirli in qualcosa per il bene dei cittadini". In sostanza, perché si decida di fare qualcosa di concreto per aiutare le famiglia in difficoltà e i lavoratori che stanno perdendo la loro occupazione dovremo attendere chissà quanto ancora.
Stesso equivoco per quanto riguarda il suio ostentato ottimismo. Anche su questo non lo abbiamo capito e, se da un lato dice di non voler minimizzare affatto la portata della situazione, dall'altra spiega: "La crisi c'è e si vede, ma noi dobbiamo trasformare il male nel bene". Insomma, adesso usa toni ben diversi: "Chi ci dice che noi non abbiamo capito che c'era la crisi diceva delle cose che non avevano nessuna vicinanza alla realtà. Noi la crisi la vediamo e la conosciamo. Come posso non accorgermi di ciò che sta accadendo? Però bisogna reagire".
Davvero troppo poco, tanto che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti se ne rende conto e tenta di rimediare annunciando genericamente che il governo sta valutando la possibilità di adottare misure che evitino i licenziamenti, guardandosi bene, però, di dire di cosa si tratti.
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