di Isabella Rossi
La lectio magistralis della seconda giornata del Festival Internazionale del Giornalismo è affidata a Sergio Romano. Introdotto da Francesco Rigatelli, giornalista di La Stampa, Romano apre la sua lezione sul potere e la responsabilità dell'informazione con un'analisi di quelle che, a suo avviso, sono le quattro caratteristiche del giornalismo italiano.
Innanzitutto evidenzia che nel nostro paese esistono solo giornali di tipo omnibus, che tendono cioè a sintetizzare in un'unica testata un'informazione sia di tipo elevato che di tipo popolare. In secondo luogo sottolinea la funzione che i giornali assumono in Italia: essi sembrano non più essere mezzi di comunicazione, ma piuttosto strumenti per la lotta politica. Inoltre il giornalista italiano ha sempre ambizioni letterarie, portando così sulla carta anche i "difetti" che ne conseguono: il gusto eccessivo per l'incipit, per le metafore e una spropositata serie di imprecisioni.
Infine sottolinea la frammentarietà del quadro politico in cui questo strumento di comunicazione si trova ad operare; secondo Romano sempre più si tende a consumare solo il potenziale scandalistico delle vicende politiche a sfavore di un'informazione che metta in luce le problematiche effettive.
Ripercorrendo alcune tappe della storia del giornalismo, fino ad arrivare alle problematiche degli ultimi anni, afferma: "Il mestiere in sè non è in crisi poichè esiste una crescente domanda di informazione. Ad essere in crisi è l'azienda, l'impresa giornalistica." Il calo della pubblicità ad esempio ha portato al crollo delle testate che si sostenevano su di essa, poichè le aziende hanno iniziato a cercare nuovi canali - ad esempio google - con un maggior numero di utenti.
Citando l'esempio positivo dell'incremento dei lettori del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, egli sostiene che sia ancora possibile conquistare nuovi lettori. Non riconosce invece il futuro del giornalismo nell'univero dei blog, i quali in questo momento di crisi, secondo lui, danno semplicemente voce ad un "qualunquismo rancoroso".
Citando le parole di Goethe, "Il giornale è la preghiera de mattino dell'uomo laico", Romano si augura che possa continuare ad esserlo.
Numerosi interventi del pubblico contribuiscono ad aprire il dialogo sulle molteplici sfaccettature della situazione dell' editoria contemporanea: i blog, le testate on-line, la buona e la cattiva informazione, le eventualità di inserire quote di giovani nei giornali e infine le prospettive che restano per la nuova generazione di giornalisti.
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