CITTA' DI CASTELLO - Venti anni di attività e di ricerca espressiva attraverso la macchina fotografica e la videocamera nella mostra che il tifernate Saulo Scopa, dopo il successo ottenuto a Spello nel 2008, propone a Città di Castello a partire da sabato 4 aprile in alcuni luoghi elettivi dell’artista. L’iniziativa promossa con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, traccia un percorso ideale a partire dalla Libreria Paci dove saranno esposte le fotografie e i corti girati nella città con tifernati come attori non professionisti, la Biblioteca e la tipografia Grifani Donati, dove saranno collocate rispettivamente due sue installazioni.
Psicologo e psicoterapeuta Saulo Scopa all’attività professionale affianca da sempre una libera ricerca artistica attraverso la fotografia, il video e la scrittura. Nel 1994 è tra i giovani fotografi italiani selezionati per Photosalon ’94, manifestazione promossa dalla Fondazione Italiana per la Fotografia nell’ambito della Biennale Fotografica di Torino. Ha scritto e diretto vari cortometraggi presentati in festival e rassegne nazionali ed internazionali. Scrive per la rivista fiorentina Il Governo delle cose. Suoi racconti sono stati pubblicati nel volume antologico di autori tifernati Raccontami una storia a cena (Morlacchi, 2007).
Come sostiene Floriano De Santi: “Per Saulo Scopa la fotografia, il lavoro dell’artista hanno un potenziale critico-utopico che deve essere liberato, immesso direttamente nel circolo vitale dell’individuo e della collettività: fino a far perdere le tracce delle proprie origini nel dominio della creatività.” E ancora “La molteplicità del mondo di Saulo Scopa - osserva Massimo Zangarelli - rivela identità nascoste e si traduce in un caleidoscopio di libere associazioni, basate sulla fotografia come medium elettivo, strumento e asse portante”. Questo lo si osserva attraverso la sua indagine fotografica – dal ciclo La notte del 1989-90 al Cimitero delle macchine del 1992-99 e a Ombre rosse del 2004, passando per La metamorfosi del 2002 e Fermo al semaforo del 1994 – ogni suo ritratto è come l’ideale story board per un corto: il vecchio pensoso, semiaddormentato, appoggiato su quella mano inerme e rassegnato, lui stesso all’attesa; o le sagome viste attraverso il vetro di un pullman o nel silenzio straniante di un ambiente buio; come una figura che gira su se stessa, interrogativa, godotiana. Come la bambina ferma al semaforo in quella agghiacciante sequenza di verità che ben potrebbe esaurirsi nel primo piano della piccola dagli occhioni neri che tiene tra le mani l’immagine di Gesù benedicente con il cuore trafitto e coronato di spine.
“Ammettiamolo – afferma Bruno Mohorovich - nel mondo di Scopa abbiamo navigato anche noi, che ce ne siamo (illusoriamente) affrancati ed ora siamo qui a rimirare negli altri noi che fummo”.
“Abbiamo accolto con entusiasmo l’idea di proporre a Città di Castello la retrospettiva di Saulo Scopo” dichiara l’assessore alle Politiche culturali Rossella Cestini, aggiungendo che “l’originalità delle produzioni e la loro interdisciplinarietà fanno di questo artista una delle espressioni più interessanti del panorama locale”. L’inaugurazione si svolgerà a partire alle 12 di sabato 4 aprile nei tre luoghi contemporaneamente e sarà arricchita da interventi musicali a cura degli allievi della Scuola Comunale di Musica di Città di Castello. Rimarrà aperta fino al prossimo 12 maggio.
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