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"Dobbiamo scuoiare la Mobile di Perugia": la frase è frutto di una intercettazione telefonica messa in atto dalla Procura di Perugia a riguardo di alcuni numeri di telefono dei parenti di Raffaele Sollecito, il ragazzo pugliese accusato di essere uno dei killer di Meredith Kercher. "Se riusciamo a toglierci dai piedi - continua l'intercettazione pubblicata da La Nazione Umbria - il capo della omicidi e quell'altro siamo a posto". La telefonata fa parte del faldone del Pm Giuliano Mignini che ha concluso le indagini sul video degli investigatori trasmesso da Tele Norba sulla morte di Meredith. Sotto accusa Francesco Sollecito, la figlia (tenente dei carabinieri) e altri familiari. La diffusione di immagine sul corpo straziato e privo di vita di Meredith Kercher, diffuso da Tele Norba, secondo il Pm Giuliano Mignini sarebbe stato un atto finalizzato a creare impunità nei confronti di Raffaele Sollecito. Nelle indagini - chiuse ieri - la Procura ha individuato che sia la sorella di Raffaele Sollecito e che il padre erano impossesso di questo video che faceva parte del fascicolo dell'inchiesta sulla morte della ragazza inglese. Si voleva colpire sulla reputazione della giovane vittima. Da qui è collegata anche l'atto di accusa (arbitraria pubblicazione di atti di un procedimento penale>) rivolta al cronista Antonio Rossitto e al suo direttore Maurizio Belpietro (Panorama) per l'articolo sulla presunta ubriachezza di Meredith. Il dato era stato spiegato dai periti che era incoerente. E secondo la Procura fu provocato da una contaminazione in sede di laboratorio Condividi