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ROMA - No alle ronde introdotte dal decreto sicurezza, sì invece a diverse delle norme contenute nello stesso provvedimento che riguardano il contrasto alla violenza sessuale e allo stalking. E' articolato il giudizio del Csm sul decreto legge del governo ed è contenuto in un parere messo a punto dalla Sesta Commissione di Palazzo dei marescialli. Sulle ronde i consiglieri esprimono più di una "perplessità " a cominciare dalla scelta di "derogare al principio che assegna all'autorità pubblica l'esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza". Ma soprattutto segnalano un pericolo: "la genericità delle previsioni contenute nel decreto legge può determinare il rischio del determinarsi di incidenti, e nei casi più gravi della commissione di reati"; con il risultato di portare a "un aggravio sia per le forze dell'ordine" (che sarebbero distolte "dal perseguimento del fine di garantire un efficace controllo del territorio") "sia per l'esercizio delle funzione giurisdizionale da parte della magistratura". Nel testo del governo sulle ronde ci sono troppe "discrezionalità " e "lacune", lamenta la Commissione. Come la "mancata previsione" che le associazioni di volontari "non debbano avere né natura né finalità di ordine politico"; o "l'assenza di ogni requisito negativo , preclusivo della partecipazione alle associazioni, come quelli di essere stati condannati per reati di violenza o per il compimento di atti di discriminazione". E non basta: "La doverosa precisazione che i cittadini debbano essere non armati" non fuga "ogni dubbio sull'utilizzazione di strumenti, non definibili armi in senso proprio, ma comunque atti a compiere atti di coercizione fisica";e non c'é "un effettivo controllo sull'attività realmente svolta dalle associazioni". Diverso è il giudizio sulla parte del decreto che "mira positivamente a rafforzare gli strumenti per contrastare tutte le forme di aggressione sessuale". Il Consiglio "condivide" in particolare la scelta di ammettere l'incidente probatorio, "in assenza dei requisiti ordinariamente previsti", nei casi di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, come pure il gratuito patrocinio per tutte le vittime , e l'introduzione del reato di stalking, che "colma una profonda lacuna normativa". Ma esprime "perplessità" sul carcere obbligatorio per i responsabili di violenza sessuale. Non mancano riserve sulla norma che estende a 6 mesi il termine massimo per trattenere gli stranieri irregolari nei Centri di identificazioni e di espulsione. "La privazione della libertà personale, che è bene di primaria rilevanza costituzionale - scrivono i consiglieri - impone che si attui un procedimento di controllo del titolo che legittima la detenzione amministrativa assolutamente rigoroso". E trattandosi di una materia così delicata "meglio sarebbe investire il tribunale ordinario" piuttosto che i giudici di pace. Condividi