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TERNI - “Il Rapporto sulle frontiere dei materiali innovativi nella Conca ternana segnala che oggi si può continuare a scommettere, per qualità e forza, sulle nuove frontiere industriali e che comunque, dentro gli stabilimenti dell’area, passa un pezzo essenziale del futuro, prossimo e più lontano”. È quanto ha sottolineato Claudio Carnieri, presidente dell’Agenzia Umbria Ricerche, che ha presieduto i lavori del convegno. “Anche il resto dell’economia – ha detto tra l’altro, illustrando indicazioni e spunti di ‘policy’ della ricerca commissionata dalla Regione Umbria - avrebbe ben più modeste dimensioni senza la forza di queste connessioni che dalla rete delle imprese industriali ternane si dipartono con l’Europa e con il mondo e che fanno di questa un’area di grande forza, caratterizzata da una peculiarità straordinaria nell’Italia centrale e che può essere fondativa e fertilizzante in molte altre direzioni”. Tra i nodi su cui intervenire, sia in base alle sollecitazioni del “management” e degli imprenditori intervistati sia alle valutazioni del gruppo che ha realizzato il Rapporto, figurano la formazione e l’orientamento nel ciclo di istruzione secondaria. “In generale – ha detto Carnieri – l’esistenza di questa larga e complessa base manifatturiera ha reso evidenti le distanze e le criticità, seppur in un trend positivo, che ancora permangono in rapporto ai servizi alle imprese e al terziario relativo. Una sottolineatura forte è venuta attorno alla questione della chimica – ha aggiunto - così come molte sollecitazioni sono state registrate circa la necessità di dotare tutta l’area di una disponibilità di aree produttive più consistenti. In questo contesto si colloca la questione energetica, con tutto il peso che il costo dell’energia ha sulla competitività più complessiva delle imprese dell’area”. Tra i dati contenuti nel Rapporto che è stato illustrato al convegno, dall’analisi sui caratteri dell’economia della Conca ternana effettuata da Sergio Sacchi, docente di Politica economica all’Università di Perugia, emerge che nei settori in cui operano le classi di lavorazione interessate ai materiali speciali si attestano quasi il 40 per cento delle imprese e il 60 degli addetti. Una incidenza, inoltre, che cresce rapidamente: in un solo anno (dal 2004 al 2005), si avanza di quasi 3 punti percentuali nel numero delle imprese e di quasi 5 punti nel numero di addetti. Uno specifico approfondimento è stato dedicato da Mauro Casavecchia ed Elisabetta Tondini, dell’Agenzia Umbria Ricerche, al sostegno regionale all’innovazione per favorire la competitività del sistema produttivo. Sono stati analizzati i progetti finanziati dalla Regione Umbria attraverso gli strumenti a supporto della ricerca e lo sviluppo tecnologico: il Pacchetto integrato di agevolazioni “Pia” finalizzato alla competitività e all'innovazione del sistema produttivo umbro, la legge 598/94 (art. 11) che sostiene gli investimenti in ricerca industriale e sviluppo precompetitivo delle piccole e medie imprese industriali, il Bando multimisura integrato per l’industria per la promozione di progetti integrati da parte di raggruppamenti di piccole e medie imprese appartenenti a filiere produttive. “L’esito di questa ricognizione – hanno detto Casavecchia e Tondini - è stato positivo per le imprese che lavorano materiali ad alto contenuto innovativo insediate nella Conca ternana: la quota di progetti finanziati e di risorse concesse è stato più elevato della concentrazione di imprese presenti. Costituiscono il 12 per cento dei progetti complessivamente finanziati in Umbria nel periodo 2004-2007 e il 15 per cento come contributi ottenuti. Rappresentano – hanno rilevato - oltre la metà dei progetti che nella Conca ternana hanno beneficiato dei finanziamenti (il 68 per cento dei contributi), a conferma dell’alta presenza di produzioni ad alto contenuto innovativo nel territorio. Le percentuali salgono al 76 e all’81 per cento, per progetti e contributi, quando si isola la progettualità che incorpora attività di ricerca e sviluppo, a testimonianza della particolare caratterizzazione delle produzioni di e su materiali ad alto contenuto innovativo”. Il “cuore” del Rapporto è rappresentato dall’indagine effettuata su un “campione ragionato” di 36 aziende che, partendo dai materiali, si è spostata “sulla manifattura che li genera – ha spiegato Maurizio Cipollone, di Sviluppumbria - per coglierne gli aspetti più sensibili ai mutamenti di fase e i più idonei a darne conto”. Sono state coinvolte imprese operanti in vari ambiti manifatturieri: polimeri, metalli, ceramici tradizionali, compositi, “rappresentativi della matrice produttiva locale e comprensivi di una gamma ampia di materiali, dai più tradizionali ai più innovativi”. Le interviste sono state strutturate “su alcune parole chiave: evoluzione, materiali, sviluppo, rapporti con il territorio, consigli di ‘policy’. Dall’indagine – ha detto Cipollone – è emersa una diversità di situazioni, relativamente a quanto connesso con i materiali, in termini di cultura imprenditoriale, specializzazione, competenze distintive espresse dall’impresa, affinità con altre competenze strutturate su altri materiali trattati nel territorio, connessioni di filiera, strutture relazionali, rapporti con il contesto territoriale”. Nel corso dei diversi colloqui, ha evidenziato il presidente dell’”Aur” Carnieri, è emersa “la strategicità essenziale delle reti di ricerca e di trasferimento tecnologico presenti nel territorio, a scala locale e regionale, attori e presidi territoriali di reti più lunghe a scala europea e mondiale. E tutto questo va dalla siderurgia, alla chimica, alle produzioni energetiche, ai materiali di costruzione, lungo uno spettro davvero ampio. Ecco allora tutto il peso strategico che oggi hanno nell’area, e il Rapporto ne dà conto, agenzie ed aree di ricerca come il Csm, l’Isrim, Umbria Innovazione, l’Icsim, il Centro europeo delle Nanotecnologie, e, più in generale, l’operatività del Polo Universitario ternano”. Il Rapporto sulle frontiere dei materiali innovativi parte dalla ricostruzione, nel periodo 1880-1980, di un secolo di sviluppo industriale e di innovazioni nell’area ternana (a cura di Renato Covino, docente di Storia contemporanea all’Università di Perugia); a seguire José Maria Kenny (docente di Scienza e tecnologia dei materiali all’Università di Perugia) si sofferma sugli scenari entro cui si collocano le produzioni di materiali ad alto contenuto innovativo, in rapporto alle vicende dello sviluppo contemporaneo. Luca Ferrucci, docente di Economia e gestione delle imprese (Università di Perugia) illustra i diversi modelli di sviluppo locale che aiutano a comprendere meglio l’evoluzione dell’area. Nel Rapporto sono riportati, inoltre, una serie di contributi dei principali protagonisti del sistema locale della ricerca e del trasferimento tecnologico (Centro Sviluppo Materiali, Isrim, Polo Universitario di Terni, Centro Europeo per i Polimeri Nanostrutturati, Umbria Innovazione, Steelmaster-Eurosteelmaster-EUSteelForum), con l’obiettivo “di fornire un quadro del complesso e variegato ambiente della ricerca specializzata nei materiali avanzati e del grado di robustezza dei legami che questo mondo delle competenze specialistiche intrattiene con il sistema locale delle imprese”. Condividi