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Dopo la proclamazione, il presidente Bracco è intervenuto in Aula, ringraziando tutti i componenti del Consiglio regionale, ed ha annunciato la volontà di svolgere il suo compito “al meglio, tutelando ogni singolo consigliere regionale – ha detto - e in primo luogo gli esponenti dell’opposizione”. Bracco ha parlato degli importanti appuntamenti che attendono l’Assemblea regionale, il Piano sanitario, quello dei rifiuti e il Piano sociale, ma ha spiegato che il punto cruciale dell’azione politica consisterà nel ridurre il distacco tra il Consiglio regionale e la società umbra, “che non individua più nel Consiglio – ha detto – il fulcro della democrazia. Dobbiamo recuperare questo ruolo, questa centralità dell’Assemblea legislativa – ha aggiunto – soprattutto in un momento di crisi come questo che stiamo vivendo in cui ci sono migliaia di disoccupati, la cassa integrazione raddoppiata, tanti precari che non hanno speranza di ritrovare il loro lavoro, tante famiglie in seria difficoltà e lo sono anche tante piccole e medie imprese, che rappresentano la forza del Paese e tanta parte dell’economia della nostra regione. Il consiglio regionale deve aumentare il livello di produttività e l’efficienza del proprio lavoro, diventando ancora di più protagonista del processo di cambiamento del sistema regionale, e della vita politica, sociale e culturale della nostra regione”. Riferendosi agli interventi che hanno preceduto la votazione per la sua elezione, alcuni dei quali citavano una sua intervista pubblicata su un quotidiano, Bracco ha specificato di non avere parlato di “crisi del Consiglio”, ma “in Consiglio”, ed ha ribadito che “non ci sono emergenze, ma vi è una sola emergenza: la crisi economica e sociale che sta travolgendo il Paese e che rischia di toccare pesantemente anche la nostra regione”. Il neopresidente ha citato i nomi dei primi quattro presidenti dell’Assemblea regionale, indicando la volontà di recuperare, in una fase difficile, lo spirito dei “costituenti”, non mancando di ringraziare gli ultimi due predecessori, Liviantoni e Tippolotti, quest’ultimo per “lo stile con cui ha guidato il Consiglio in questo ultimo periodo”. Un invito esplicito è stato rivolto alla minoranza: “Anche loro devono assumere su di sé le difficoltà che stiamo attraversando e concorrere a recuperare il rapporto con la società regionale – ha affermato – al di là delle diverse opzioni che la democrazia consente”. Sul rapporto fra Giunta e Consiglio regionale Bracco ha detto che “chi riduce questo difficile confronto ad una cattiva volontà o ad un eccesso, o meno, di subordinazione, deve tener conto della riforma del Titolo V della Costituzione, che ha modificato i rapporti. Abbiamo fatto lo Statuto – ha aggiunto – ma non completamente la riforma del Titolo V”. Condividi