Perché un lavoratore dovrebbe essere a Roma sabato 4 aprile per la manifestazione nazionale della Cgil? Perché dovrebbe alzarsi all'alba, magari perdendo pure un giorno di salario, mettersi su un pullman o su un treno e camminare per diversi chilometri per arrivare al Circo Massimo dove si concluderà la manifestazione?
Lo abbiamo chiesto a tre lavoratori, tre delegati della Flai Cgil dell'Umbria. Sono Omero Antonelli, operaio della San Gemini (Tr), Marco Cesaretti, della Mignini di Petrignano (Pg) e Cristiano Alunni, della Perugina.
“Il sentimento che provo di più è lo stupore – esordisce Omero Antonelli, lavoratore di una delle principali aziende di acque minerali italiane – stupore perché mi sembra che in pochi si rendano conto di quello che ci sta crollando addosso. Forse perché non c'è chi ce lo dice chiaramente, forse perché qualcuno non vuole che le persone lo capiscano. Fatto sta che per me la manifestazione di sabato servirà prima di tutto a questo: dare un segnale forte e chiaro sulla drammaticità della situazione, dire a tutti i lavoratori 'guardate che nel 2010 avremo un milione di disoccupati in più', posti di lavoro che non si ricostruiranno tanto facilmente. Far capire insomma che serve un progetto per il futuro e non solo risposte, peraltro insufficienti, di sopravvivenza. Bisogna investire sullo stato sociale, sull'istruzione, sui nostri figli, ma l'impressione è che nessuno abbia a cuore il futuro di questo Paese. Noi che ce l'abbiamo sabato saremo a Roma per farci sentire e dare una scossa”.
E alla San Gemini l'attesa è tanta: “Poche volte – dice ancora Antonelli – ho visto una voglia di partecipare così massiccia, anche da gente che non te l'aspetteresti proprio, che porta le famiglie, che ha voglia di esserci”.
Alla Mignini invece la mobilitazione partirà in anticipo. Hanno indetto uno sciopero di 4 ore per il pomeriggio di venerdì, per “lanciare la manifestazione del 4”.
“Non so se anche altre realtà faranno come noi – dice Marco Cesaretti, delegato Flai dell'azienda mangimistica – ma qui abbiamo sentito l'esigenza di mandare un segnale ancora più chiaro perché quello che hanno fatto con l'accordo separato del 22 gennaio è inaccettabile. Prima di tutto – spiega Cesaretti – perché non hanno voluto coinvolgere i lavoratori, farli decidere sul loro futuro. Hanno fatto le assemblee separate proprio perché non volevano che si capissero i veri contenuti di quell'accordo”, contenuti che, secondo Cesaretti, sono un duro colpo per il salario e i diritti dei lavoratori. “E poi – prosegue il delegato Mignini - la cosa che ci indigna di più è che viene introdotta la possibilità di derogare al contratto nazionale. Noi abbiamo ben chiaro il fatto che se cominciano a colpire il contratto nazionale siamo spacciati, non ci saranno più diritti inviolabili e uguali per tutti”.
Anche la Perugina, la principale azienda alimentare dell'Umbria, si prepara a dare un contributo importante alla manifestazione di sabato. “Partiremo dal Cral alle 6.00 – dice Cristiano Alunni, coordinatore della Rsu – consapevoli dell'importanza di questa giornata di mobilitazione dopo la massiccia partecipazione all'assemblea e il netto dissenso espresso dai lavoratori Perugina all'accordo separato. Quello di sabato è un ulteriore appuntamento a cui non vogliamo mancare per dimostrare come anche la nostra fabbrica, anche i lavoratori della Perugina non intendano soccombere alla volontà del nuovo (vecchio) padrone d'Italia, Sivlio Berlusconi”.
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