IL 60% DEGLI UMBRI BOCCIA LA MACROREGIONE.
Alla presentazione della rivista dell'AUR (Agenzia Umbria Ricerche) dall'accantivante titolo:"Ripensare le regioni,fotogrammi di una realtà complessa", è stato diffuso il dato interessante,che oltre il 60% degli umbri è contrario ad una nuova macroregione frutto dell'accorpamento con le Marche e la Toscana e dell'inevitabile scomparsa dell'Umbria.
Quindi,si conferma quello che già qualcuno aveva sostenuto, l'Umbria non ha interesse a diventare una 'periferia',invece gli interessa restare 'centrale', anzi ancora piu' centrale costruendo una ' Italia Mediana' imperniata da politiche comuni su questioni strategiche, con la Toscana,le Marche e il Lazio.
Il dato che gli umbri vogliono l'Umbria, conferma da un lato, un giudizio positivo sul ruolo della Regione rispetto alle nostre piccole città e ai vari territori, dall'altro un rafforzamento dell'identità regionale.
Questo ruolo puo' essere riproposto in un nuovo processo d'integrazione delle politiche sovra-regionali, con l'ambizione di uscire dal 'declino' attraverso un nuovo modello di sviluppo incentrato su una economia di qualità, l'innovazione dei processi produttivi, la ricerca pubblica e applicata, nuove politiche ambientali e del paesaggio,valorizzando la filiera cultura-ambiente-turismo, potenziando lo stato sociale e creando nuovo lavoro attraverso un ciclo di investimenti pubblici.
Gli umbri dicono basta a populistiche politiche di semplificazione anti regionalistiche e pretendono un rilancio dell'Umbria, la fuoriuscita dal declino regionale e una nuova politica inter-regionale dell'Italia Mediana.
Come dargli torto?
STEFANO VINTI (SINISTRA iTALIANA)

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