da HuffingtonPost

Caro Giuliano,

intanto permettimi di fare a te, e a tutti coloro che parteciperanno, i migliori auguri per la riuscita della tua iniziativa. Io e con me Sinistra Italiana guardiamo con molta attenzione rispetto ed interesse a quello che dalla tua manifestazione emergerà in vista dei prossimi, decisivi , appuntamenti politici.

L'Italia di oggi è un Paese più povero, precario e insicuro di ieri, nel quale come dimostrano anche i risultati delle ultime elezioni amministrative torna a soffiare un inquietante vento di destra.

Esso si nutre del razzismo che è figlio dell'insicurezza sociale, della povertà diffusa, della diseguaglianza dilagante e dell'assente investimento politico nel dialogo, non sempre semplice, fra culture e valori diversi. Si nutre della paura per il terrorismo che insanguina l'Europa. Si rafforza di fronte all'impotenza che le istituzioni italiane dimostrano nel rapporto con quelle europee, sui vincoli di bilancio, ma anche sull'ingiustizia di un sistema fiscale e di trattati commerciali, come il Ceta, che favoriscono le grandi multinazionali e uccidono la media e piccola impresa e il lavoro in essa impiegato.

Il sistema di protezione sociale mostra ogni giorno di più i segni di un collasso drammatico quando le rilevazioni statistiche ci raccontano che dodici milioni, ripeto dodici milioni di cittadini e cittadine, rinunciano alle cure per motivi di carattere economico. Ed in questo contesto, perfino gli avanzamenti che seppur in misura insufficiente questa legislatura ha portato a termine sul terreno dei diritti civili, rischiano di diventare il pretesto per un ulteriore regressione del senso comune.

Così, di fronte alla rabbia sociale che cresce, le unioni civili o lo ius soli diventano facilmente l'obiettivo di una campagna di distrazione di massa che indica nei titolari dei nuovi diritti i responsabili dell'assenza di risposte concrete alla crisi e ai suoi terribili effetti sulla vita delle persone.

Questa situazione non è il frutto di un destino cinico e baro.

È il risultato di scelte e di politiche che hanno nomi e cognomi ben precisi.

Sono le scelte dei governi e delle maggioranze che hanno attraversato questa legislatura, dal Jobs Act alla Buona Scuola, dallo Sblocca Italia al voto favorevole nel Parlamento Europeo all'introduzione del Fiscal Compact nei trattati, fino all'ultimo, indecente, intervento sulle banche venete. Ma se ci troviamo in questa condizione significa che il problema è più profondo, e che le politiche con cui dobbiamo fare i conti abbracciano una dimensione temporale ben più lunga.

Lo ripeto, non per distribuire voti o patenti di purezza, né per definire perimetri o campi sulla base delle biografie di ciascuno di noi.

Anzi, l'ho già detto e lo ripeto, sono convinto che per dare una possibilità alla prospettiva necessaria di una proposta unitaria sia indispensabile siglare un patto che, abbia nella definizione del futuro il proprio centro di gravità.

Ecco, questo è il punto che mi preme di più: quale proposta per una sinistra in grado di riportare al voto milioni di persone che si sono rifugiate nell'astensione o che hanno scelto altre proposte. Mi pare di poter dire, anche leggendo le tue recenti interviste, che oggi sia finalmente chiaro che una proposta, di questo tipo e con questa ambizione, possa nascere e crescere in uno spazio politico esplicitamente e radicalmente alternativo al Partito Democratico e alle sue politiche.

Mi pare una notizia positiva. Ma ovviamente, e ne sono pienamente consapevole, dichiararsi alternativi ad altre proposte politiche non è una condizione sufficiente per il successo di questa prospettiva.

Occorre definire una piattaforma, poche cose, semplici e chiare, che indichino una strada e offrano una soluzione ai problemi che abbiamo davanti.

Sono certo che la manifestazione che hai promosso potrà dare un contributo in questa direzione come, importante, è stato il contributo di idee e punti di vista che si è prodotto il 18 giugno al teatro Brancaccio nel corso dell'assemblea promossa dall'appello di Anna Falcone e Tomaso Montanari.

Credo però che sia giunto il momento di fare uno sforzo in più.

Per questo propongo a te e a tutti coloro che sentono l'urgenza di costruire una proposta politica all'altezza dei problemi che abbiamo di fronte di incontrarci.

Un confronto chiaro per verificare la possibilità di definire un programma condiviso attraverso un percorso democratico a cui tutti, e soprattutto i tantissimi che oggi sono fuori dai soggetti organizzati, possano partecipare per definire le priorità, la rappresentanza politica di questa proposta e la sua rappresentanza istituzionale.

Si tratta di provarci. Io credo ne valga la pena. In ogni caso.

Nicola Fratoianni

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