ELEZIONI. QUALCOSA NON QUADRA.
di Alfonso Gianni.
Ieri il padre dell'Italicum, Roberto D'Alimonte, da sostenitore dei sistemi maggioritari sembrava essersi convertito improvvisamente al proporzionale. Folgorazione sulla strada di Damasco? Niente affatto (di questi tempi poi...) Sondaggi più aritmetica. Così il nostro costituzionalista si dice sicuro che in parlamento ci saranno solo quattro partiti: Pd, M5S, Forza Italia e Lega Nord. La sinistra ? Fuori, il proporzionale vale solo per gli altri, perché - assicura D'Alimonte - "la soglia del 5% è uno strumento potente". Una goduria. Per lui. Capisco assai meno certe dichiarazioni di esponenti della sparsa sinistra che si dichiarano favorevoli a tale sbarramento come se si trattasse di scavalcare lo zerbino di casa. Se invece di lanciare sfide improbabili sarebbe meglio ragionare tutti assieme, "dirigenti" politici e semplici cittadini del popolo di sinistra, su due elementi: nessuna forza di quelle presenti ce la fa a superare una simile asticella; nello stesso tempo nessuna forza, neppure sommata ad altre, ce la fa se rimane prigioniera del mito del centrosinistra, che oggi funziona solo come grimaldello per il voto utile (per altri). Dalla composizione non facile, ma tutt'altro che impossibile, di questi due elementi può nascere la proposta di una lista di sinistra che abbia l'ambizione di essere presente anche nelle istituzioni parlamentari. Solo che bisogna sbrigarsi.

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