di ALfonso Gianni.

L'intervista di D'Alema oggi al Corriere fa discutere, vista l'indubbia autorevolezza della persona. Vi vedo però alcuni passaggi impraticabili (appunto, le aporie di cui sopra). Il primo concerne il sistema elettorale. "Un vero maggioritario, sul modello del Mattarellum, lo avremmo apprezzato" dice D'Alema. A parte il fatto che il Mattarellum ha un impianto chiaramente maggioritario, ma non lo è integralmente; ribadito che ovviamente il Fianum-Rosatellum è molto peggio, non si capisce davvero che senso abbia oggi affidarsi al maggioritario dopo le cattive prove che ha dato. Non ha garantito governabilità; non ha sfoltito anzi ha moltiplicato i gruppi parlamentari; ha coltivato il trasformismo dei cambiacasacca alla faccia del voto dei cittadini; ha allontanato i medesimi dalle istituzioni favorendo l'aumento dell'astensionismo. Al contrario per riavvicinare le persone alla politica dobbiamo garantire che le istituzioni elettive siano l'espressione la più fedele possibile delle volontà politiche dei cittadini. Quindi dobbiamo puntare su una legge elettorale di impianto proporzionale. Quanto alla proposta politica D'Alema afferma che " (Ci) sono forze ( cioè il Mdp, Sinistra Italiana, Pisapia, più i comitati per il No, pezzi di società civile e di mondo cattolico) che devono unirsi in un'alleanza per il cambiamento, aperta a tutti quelli che vogliono dare vita a un programma di centrosinistra". Ma per fare questo ci vorrebbe un centro disponibile almeno a guardare a sinistra (secondo la famosa definizione di Alcide De Gasperi). Il che non è, visto che lo stesso D'Alema sostiene poche righe prima che il "renzismo non è stato che il revival del berlusconismo". In secondo luogo bisogna costruire una sinistra che per ora - per autorevolezza e massa critica - non c'è. Le condizioni per un centrosinistra mancano da entrambi i lati. Porsi questo obiettivo significa mettersi nelle mani altrui. Le esperienze europee ci dimostrano invece che è possibile (ri)costruire una sinistra a patto che i suoi programmi esprimano obiettivi che rispondono ai bisogni popolari e i suoi legami con i movimenti e le realtà sociali siano rinsaldati in un rapporto democratico. Su questo dobbiamo concentraci in questi mesi o settimane che ci separano dal voto: dare vita ad una lista di sinistra che abbia l'ambizione di unire tutti coloro che vogliono un'alternativa al pendolo fra il berlusconismo e il renzismo e non pensano che il M5stelle lo sia.

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