E' passato ormai un mese dalle dimissioni dell’ex vicesindaco Silvia Luchetti, datate 6 aprile, e ancora non si intravede una soluzione per questa vicenda che sta assumendo i contorni della commedia all'italiana.

Questa storia dimostra, per l’ennesima volta, l’approssimazione nell’approccio alla soluzione dei problemi da parte dell’amministrazione, da quelli politici a quelli più strettamente tecnici.

La prima critica che Rifondazione Comunista rivolge all’amministrazione, e al sindaco Todini in particolare, riguarda la composizione della  giunta, i cui componenti non sono stati selezionati seguendo dei criteri di competenza e capacità, ma seguendo logiche politiciste e di comodo.                                                           

Politiciste perchè le cariche amministrative sono state utilizzate per battaglie interne sia al Partito Socialista, che proprio nelle ultime ore si è spaccato con la nascita di una nuova lista dal nome “Marsciano Civica e Riformista-Socialisti in Movimento”, sia alla maggioranza stessa, coi socialisti che affermano di non essere stati interpellati nella scelta del vicesindaco. In buona sostanza avevano un assessore a loro insaputa.          

Di comodo perché, dietro alla retorica del rinnovamento, non solo si è giocata la partita dei colpi bassi interni alla maggioranza,ma si è anche lasciata carta bianca al Sindaco Todini, “ben” coadiuvato dal Presidente del Consiglio Massimo Ceccarelli, su ogni decisione amministrativa di questi anni. Mai una voce critica si è levata dalla Maggioranza o dalla Giunta, logica conseguenza della palese (e preziosa) inesperienza delle nuove leve.
Fuori luogo, in questo senso, le lamentele del sindaco circa l’inefficienza della Luchetti, poiché appunto, come affermato dai socialisti, la scelta non è stata condivisa e sarebbe stato più opportuno fare autocritica piuttosto che dichiarare la propria insoddisfazione rispetto all’azione amministrativa della vicesindaca stessa.

Altro elemento di criticità è dato dalla retorica del rinnovamento, con l’affidamento di una carica importante come quella del vicesindaco, per di più con una delega non esattamente secondaria quale quella al lavoro, ad una persona che, nonostante le migliori intenzioni, ha dimostrato un’inadeguatezza dettata anche dalla limitata esperienza politica.

In ultima analisi, oltre alla mancanza di autocritica, si rileva una scarsa capacità di risoluzione dei problemi, testimoniata dal fatto, comico se non fosse drammatico, che il più probabile candidato alla sostituzione, si è rivelato incompatibile, per conflitto di interessi, a causa di rapporti economici  in essere col Comune.

Si tratta dell’ennesima dimostrazione che la tanto millantata competenza rispetto all’azione amministrativa, che a parole loro risiede nella sola maggioranza, è semplice retorica, ma nei fatti consiste in un’affannosa rincorsa a palliativi per mascherare le proprie carenze o quelle delle amministrazione precedenti.

Lorenzo Giannoni, segretario circolo PRC “R. Bolli” Marsciano

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