Primarie Pd Umbria/ Affluenza in forte calo, Renzi fa cappotto
PERUGIA – Non è stato ancora annunciato il numero degli elettori che hanno partecipato in Umbria alle primarie per la scelta del nuovo segretario del Partito Democratico, per cui l’ultimo dato certo resta quello delle 17 quando i votanti si attestavano nel capoluogo attorno alla metà di quanti si erano recati ai seggi nel 2013 e Terni perdeva un buon 40%. Dati non certo esaltanti che nelle tre ore successive difficilmente potranno essere recuperati.
In attesa che vengano diffuse novità al riguardo, non ci resta quindi che prendere atto di ciò che emerge dagli scrutini che stanno andando verso la fina. Ebbene, qui almeno una certezza ce l’abbiamo: ovvero che Matteo Renzi sta facendo cappotto, attestandosi attorno l’80% delle preferenze. Solo le briciole restano dunque ai suoi due competitor, Orlando ed Emiliano, destinati a non contare un bel nulla in un PD che anche nazionalmente si è ormai definitivamente trasformato in PDR.
Per quanto riguarda i dati che sono stati resi noti in Umbria, il panorama non può che essere definito “monotono”, nel senso che non c’è stata proprio gara tanto è il distacco che Renzi segna in ogni dove sui suoi malcapitati avversari (mai al di sotto del 70%).
Non molto diversa la situazione a livello nazionale, dove non è stato ugualmente ancora ufficializzato il dato definitivo, ma ufficiosamente si parla di una affluenza ai seggi che sfiorerebbe il milione e 900mila votanti, oltre la soglia massima, quindi, che era stata indicata nelle previsioni di stamani attorno ad 1,5 milioni. Tanto da far gridare al miracolo i fans dell’ex presidente del Consiglio che verrebbe così confermato segretario a “furor di popolo”, anche se per la verità mancherebbe ancora all’appello un milioncino di votanti rispetto all’ormai lontano 2013, allorché il giovane rottamatore fiorentino prevalse con il 68% delle preferenze.
Un milione di elettori persi per strada che in altre circostanze equivarrebbero ad una catastrofe politica e che, invece, grazie all’abilità dialettica dell’attuale dirigenza del Pd, molti osservatori compiacenti considerano un grande successo poiché si tratterebbe di un bel po’ di voti in più rispetto alla soglia minima di 1 milione che era stata indicata dai diretti interessati già come soddisfacente.
Per una verifica più probante non ci resta dunque che attendere le elezioni vere, quando gli italiani saranno chiamati a rinnovare il Parlamento: il quella circostanza, quando mai ci sarà data, i giochi di parole varranno men che meno ed il responso delle urne non ce lo comunicherà la patte interessata, senza che ad altri sia data la possibilità di accertarne la veridicità, bensì sarà certificato dagli organi istituzionali a ciò preposti ed in quanto tali sottoposti a controlli ben più severi.

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