Allarme meningite a Perugia: 18enne belga ricoverata in ospedale, è grave
PERUGIA - E' ricoverata dalle prime ore di stamani nell'ospedale di Perugia per meningite meningococcica, una studentessa belga 18enne, da otto giorni in gita in Italia con il proprio istituto: l'ha soccorsa lo staff di Igiene e sanità dell'Usl Umbria 1 nell'albergo di S. Maria degli Angeli dove alloggiava, dopo che l'aveva visitata il medico di guardia per febbre alta e forte mal di testa. Tutti gli studenti, i professori e gli autisti dei due pullman (80 persone) provenienti dal Belgio sono stati sottoposti a chemioprofilassi e fatti ripartire per il loro paese. La giovane, ora in rianimazione, è grave ma, vista la diagnosi rapida, i sanitari sperano in un decorso positivo della meningite menigococcica, che non è ancora stata tipizzata (se di gruppo B o C). In Umbria la comitiva era arrivata ieri sera e quindi non ci sono stati contatti con la popolazione locale.
L'assessore Barberini tranquillizza: "Non c'è nessun allarme, è un episodio isolato e le condizioni della ragazza sono stabili". Dal Belgio sono arrivati i suoi genitori.
“Non c’è alcun allarme meningite in Umbria dopo il caso della studentessa belga in gita ad Assisi, ricoverata stamani all’ospedale di Perugia con i sintomi della malattia: si tratta di un episodio isolato, per cui sono state subito adottate tutte le precauzioni necessarie per evitare eventuali forme di contagio”: lo afferma l’assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, che sta monitorando la vicenda, a stretto contatto con la Direzione generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia e i medici del policlinico “Santa Maria della Misericordia” che stanno curando la diciottenne, oltre che con i vertici della Usl Umbria 1 che hanno attivato le procedure di profilassi per le persone che sono entrate a stretto contatto con lei.
“Le condizioni della ragazza sono stabili – spiega Barberini – al momento si trova in stato di sedazione per una maggiore tutela della sua salute; è sotto terapia antibiotica e la situazione è sotto controllo. In queste ore è stata raggiunta dai familiari, arrivati dal Belgio. Il fatto che si sia sentita male in Umbria non significa affatto che abbia contratto qui la malattia, visto che la meningite ha un’incubazione di almeno sette giorni e che la studentessa belga è arrivata ad Assisi nella serata del 5 aprile, senza alcun contatto diretto con la popolazione locale. Si tratta di un caso ‘importato’ – precisa l’assessore – rispetto al quale non c’è alcuna preoccupazione, considerando che l’intervento di profilassi è stato tempestivo e che il rischio contagio non è assolutamente scontato o automatico e potrebbe, in via del tutto eventuale ed ipotetica, riguardare soltanto le persone più vicine alla persona interessata, che infatti sono state tutte sottoposte alle terapie di profilassi previste in casi del genere”.
Barberini ha anche contattato telefonicamente il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, per “aggiornarla e rassicurarla circa lo sviluppo della vicenda”, evidenziando che “non c’è alcun allarme meningite, né alcun pericolo per la salute pubblica”.
L’assessore ricorda infine che “nel 2017, in Umbria, non c’è stato nessun caso di meningite da meningococco C, ma soltanto un episodio isolato da pneumococco di tipo B” e che “nella nostra regione le coperture vaccinali infantili per meningococco C sono molto superiori alla media nazionale”.

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