di Alfonso Gianni.

Grande trambusto nella maggioranza. Alfano richiamato all'ordine chiede al suo uomo di dimettersi. Il Pd chiede addirittura un incontro con il Capo dello Stato che non c'entra nulla con l'infedeltà nel voto segreto di alcuni dem. La cosa, oltre ad essere fuori luogo, sembrerebbe addirittura patetica. Senonché le parole di Lorenzo Guerini, chiariscono il senso del tutto. "La legge elettorale è a rischio" tuona il vicesegretario del Pd. Ovvero, poiché la proposta del Pd di riportare le lancette indietro, al Matarellum, ha finora incontrato troppo pochi favori, meglio utilizzare "l'incidente" dell'elezione non gradita (peraltro tutt'altro che inconsueto nella storia parlamentare, specialmente a livello di commissione, anche se questa è importante perché è da lì che passa il primo esame della legge elettorale) per rovesciare il tavolo. La strada maestra c'è, quella indicata dal voto del 4 dicembre, quella della petizione lanciati dai comitati che promossero la vittoria referendaria per un legge coerente con la Costituzione, di tipo proporzionale, senza premio di maggioranza e capolista bloccati.

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