NORCIA - I trattori degli agricoltori che semineranno la lenticchia sono arrivati al Pian Grande. alle porte di Castelluccio di Norcia distrutto dal terremoto del 30 ottobre. I mezzi agricoli, una ventina, partiti dalla città di San Benedetto sono giunti a destinazione dopo tre ore e mezzo di viaggio. Hanno quindi raggiunto il punto di raccolta individuato nel Pian grande, proprio davanti all'immagine naturale dell' Italia che compare su un bosco sui fianchi della montagna, uno dei simboli di Castelluccio. Sullo sfondo il borgo distrutto dal terremoto del 30 ottobre.

Per arrivare all’ombra del monte Vettero, ancora imbiancato, la colonna dei trattori è passata, cinque alla volta, anche all'interno della galleria di Forca Canapine, cinque alla volta, chiusa dal 30 ottobre scorso, il giorno della forte scossa, e oggi riaperta per l’occasione. Nel tunnel visibili i danni provocati dal sisma, in particolare nella zona centrale dove è stata allestita un' impalcatura per garantire la stabilità della struttura e la sicurezza del passaggio dei trattori. La carovana ha percorso anche un tratto della strada provinciale 477 particolarmente colpita dal sisma.   

"È un giorno memorabile, siamo felici di ritornare a Castelluccio", ha detto Gianni Coccia, il portavoce degli agricoltori dal campo base di Norcia dell'esercito. La carovana dei trattori è scortata dalle forze dell'ordine, Protezione civile, vigili del fuoco e personale Anas.

L'arrivo dei trattori e degli altri mezzi agricoli sull'altopiano di Norcia, "salva lo straordinario spettacolo della fioritura della lenticchia di Castelluccio atteso da 250 mila turisti, ma anche una specialità divenuta il simbolo della riscossa delle aree terremotate". È stato questo, invece, il commento di Coldiretti in merito alla possibilità di transito alternativo che è stata offerta agli agricoltori, anche grazie all'esercito, dopo la mobilitazione per ridurre un "insostenibile percorso".

L'organizzazione degli agricoltori parla anche di "una corsa contro il tempo per garantire la sopravvivenza di un prodotto simbolo delle aree terremotate che alimenta un importante indotto economico ed occupazionale e svolge un effetto traino per il turismo e l'intero settore agroalimentare".

    

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