di Alfonso Gianni.

Il Partito di Renzi sta collassando. Si è schiantato contro il 4 dicembre. Questa è l'unica cosa certa. Tutto il resto: ci sarà una scissione, sarà piuttosto una diaspora, rimarranno tutti ammutoliti dove stavano prima, resta ancora indeterminato. Non essendo mai stato una stella il suo collasso non darà origine a un buco nero. Qualche cosa ne uscirà di sicuro. Ma costruire una strategia sugli esiti e sugli esodi altrui non è mai una buona scelta. Anzi è un modo per perseverare la dipendenza. In questo caso immediatamente suicida. Per questo tutti coloro che vogliono costruire una sinistra di alternativa, pur scrutando con attenzione ciò che accade nel quadro politico, compreso gli evidenti scricchiolii del M5Stelle, devono fondare le proprie prospettive ben oltre il medesimo, puntando a incontrare quel popolo di sinistra che, per quanto ancora privo di una rappresentanza politica adeguata, non ha smesso di esistere, di lottare e ultimamente anche di ottenere delle vittorie. La lotta per una diversa Europa, il referendum sul lavoro possono e debbono diventare un nuovo appuntamento decisivo, come la raccolta di firme per una petizione popolare per una legge proporzionale che permetta di eleggere un parlamento costituzionalmente legittimo il più presto possibile, dando continuità alla vittoria del 4 dicembre. Questo è il concreto processo costituente di cui abbiamo bisogno.

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