Intervento di Stefano Vinti, Assemblea Nazionale, al congresso fondativo di Sinistra Italiana, Perugia, domenica 5 febbraio 2017

Care compagne e cari compagni,
oggi si conclude la prima tappa del processo costituente di Sinistra Italiana. Abbiamo vissuto mesi che per alcuni versi sono stati  al di sotto delle nostre aspettative, forse anche deludenti, e in questi ultimi giorni anche pieni di contrapposizioni, francamente inspiegabili.

Comunque Sinistra Italiana nasce oggi ufficialmente, in un anno, il 2017, che è anche il centenario della Rivoluzione di Ottobre, il più straordinario tentativo della classe operaia, degli sfruttati e dei diseredati, degli ultimi nella scala sociale, guidati dai comunisti di Lenin, di conquistare il potere, di rivoluzionare l'ordine sociale e fondare il primo stato degli operai e dei contadini. La rivoluzione è stata tradita e questo tentativo è fallito. Ma questo non vuol dire che la Rivoluzione non fosse necessaria e che oggi quelle motivazioni non siano più valide.

Oggi, nel 2017, sarei presuntuoso se mi definissi un "rivoluzionario", ma posso dire con certezza che non sono un "riformista". Un termine utile e importante, ma che ormai significa solamente essere portatore di proposte che tolgono diritti, reddito, dignità al popolo per dare più potere alle classi sociali più forti, alle banche, ai padroni.
Sarebbe importante se Sinistra Italiana fosse davvero un soggetto politico "riformatore" e non "riformista" e che operasse per ottenere riforme profonde e radicali della struttura economica e sociale del Paese, per abolire le diseguaglianze, ridistribuire la ricchezza, potenziare la democrazia, difendere ed applicare la nostra Costituzione repubblicana.

La sinistra moderata, cioè riformista, quella che ha accettato il paradigma del liberismo e la globalizzazione capitalistica come ineluttabile, cercando di condizionarne solo gli effetti più deleteri, è stata sconfitta. Ha perso in tutto il mondo, in Europa, in Italia. La prepotenza del capitale e della finanza non accetta nessuna mediazione nel suo dispiegarsi. Questa sinistra riformista perde in Usa con la sconfitta del "clintonismo" e l'affermazione del socialista Bernie Sanders, perde in Francia con il fallimento di Hollande e la vittoria nelle recenti primarie di Benoît Hamon della sinistra socialista, che propone nella sua piattaforma politica una riduzione dell'orario di lavoro settimanale a 32 ore e l'introduzione del reddito di cittadinanza. In Gran Bretagna finisce l'era del "blairismo" e il partito laburista è guidato dalla sinistra di Jeremy Corbyn, in Spagna c'è la crisi del partito socialista già scomparso in Grecia, ecc.

Anche in Italia l'offensiva della sinistra del Partito Democratico e soprattutto l'avvio della costituzione di "Consenso", il movimento promosso da Massimo D'Alema, e l'interessante documento politico proposto, lascia intravedere più di qualche elemento di radicale autocritica della sinistra riformista proprio da parte di chi ne è stato uno dei massimi protagonisti. Sono convinto, soprattutto in questa fase, che dobbiamo incoraggiare questa autocritica, aprire una interlocuzione politica e, se possibile, attivare una unità di azione anche con questa esperienza. Penso che dobbiamo sostenere ogni presa di distanza, da sinistra, dalle politiche renziane e che è essenziale incoraggiare ogni manifestazione di autonomia che rilanci una idea diversa di società rispetto alla globalizzazione liberista.

Oggi, come sempre è stato, il nostro compito è quello di dare vita ad una sinistra che sia alternativa ad una destra liberista, razzista e regressiva sul piano culturale e democratico.

Ritengo che bene abbiamo fatto a confermare la convocazione del nostro congresso del 17-18-19 febbraio a Rimini, evitando di declassarlo solo ad una ennesima assemblea di forze politiche e gruppi della variegata sinistra del nostro Paese. Bene quindi la nascita di Sinistra Italiana, un tentativo di rispondere alla frammentazione attuale delle forze progressiste.
quindi Sinistra Italiana come progetto politico per riaggregare e ricostruire una sinistra in Italia, innervata sul conflitto sociale e fondata sulla difesa del mondo del lavoro a cominciare dal convinto sostegno ai due referendum promossi dalla Cgil sull'abrogazione dei voucher e per i diritti anche nel sistema degli appalti.

Sinistra Italiana come progetto di un partito che vive e cresce nella pratica sociale dell'autorganizzazione dei soggetti più deboli, nelle nuove pratiche del mutualismo, nei quartieri dove più forte è il disagio sociale, nei luoghi dove si lavora e si studia, nelle periferie delle grandi città. In sintesi un partito che si candida, a partire dai territori, a guidare i processi alternativi alle sole logiche delle privatizzazioni e del mercato. Un soggetto della ricomposizione sociale e dei diritti insopprimibili degli ultimi, a partire dai migranti, con una vocazione ovviamente internazionalista, un partito del meticciato che costruisce la sua politica dal basso e dall'alto.

Le 16 tesi congressuali, sulle quali oggi siamo chiamati ad esprimere il nostro consenso, contengono, a mio parere, anche alcune lacune ed elementi di non totale chiarezza, a cominciare dalle valutazioni su questa Europa, e ricordo che tutti noi siamo per un'altra Europa, ma non sottovaluto lo sforzo innovativo e la sintesi politica raggiunta più che accettabile. In seguito dovremo capire bene se ci battiamo per una società veramente socialista, per quale socialismo, e se il marxismo resta il nostro strumento principale per analizzare, interpretare, capire e cambiare la società.

Complessivamente il documento congressuale mi sembra sufficiente per avviare il percorso di Sinistra Italiana. Invito le compagne e i compagni a votarlo senza ulteriori emendamenti che, in questa fase iniziale di una organizzazione ancora gracile e in costruzione, potrebbero introdurre elementi di incomprensibile e non sostenibile divisione.

In Umbria Sinistra Italiana deve continuare ad essere la forza politica che si batte e contrasta il declino economico e sociale della nostra regione. Tutti i dati e le ricerche disponibili ci parlano di questa preoccupante situazione in cui ci troviamo, situazione non riconosciuta dal governo regionale che al contrario ci ripropone una sua narrazione inverosimile, di tipo tipicamente renziano.

Come Sinistra Italiana dobbiamo approfondire e continuare a proporre un Piano Regionale del Lavoro, l'introduzione di un Reddito di Cittadinanza, della riduzione dell'orario di lavoro, dell'aumento degli investimenti pubblici.

Altrettanto preoccupante è la situazione che riguarda Perugia, la città capoluogo dell'Umbria, che sembra essere diventata un deserto politico e culturale, sempre più una "città senza governo e senza opposizione". Il nostro compito rimane ovviamente quello di dare voce ai cittadini e alle tante forme di opposizione politica e sociale presenti nel territorio comunale.

A chiusura di questo mio intervento mi domando: ce la farà Sinistra Italiana? Nell'ottantesimo anniversario della morte di Antonio Gramsci avvenuta nel 1937 è assolutamente necessario riferirsi al suo insegnamento,  con "il pessimismo dell'intelligenza e l'ottimismo della volontà".

Grazie compagne e compagni per l'attenzione.

Stefano Vinti,
Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana

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