Chi ha smacchiato l’Umbria rossa? L'immensa voglia di potere!
Di Ciuenlai - Abbiamo sentito due ex a amministratori locali , un parlamentare, un segretario di sezione, oggi è la volta di Giuseppe Mattioli operaio della Perugina uno dei promotori della costituzione del Consiglio di Fabbrica dell'azienda nel 1970, segretario e fondatore della Sezione del Pci della fabbrica dei baci.
Allora GIuseppe , l'umbria rossa è stata smacchiata? Completamente!
Da che lo deduce - Dalla diversita dei comportamenti politici rispetto al passato.
Si spieghi meglio - Quando eravamo giovani, negli anni sessanta e in particolar modo nel 68, abbiamo lottato nelle fabbriche e nelle piazze per ottenere diritti, lavoro, migliori salari, la sanità , la scuola, l’università per tutti, i Consigli di fabbrica, le Regioni, le pensioni, la riforma dello Stato.C’era una consapevolezza da parte dei compagni di lottare, battersi e lavorare per un grande disegno politico: da una parte per il cambiamento della società Italiana e per una alternativa al potere democristiano e dei padroni, dall’altra per il miglioramento delle condizioni degli Umbri, attraverso le scelte nelle amministrazioni locali. Infine militavamo nel sindacato per rivendicare una politica industriale innovativa di processo e di prodotto. Tutto questo con passione e dedizione e attraverso soprattutto il lavoro politico volontario: basti ricordare, volantinaggi, tesseramento, sottoscrizioni, diffusione stampa, riunioni, assemblee, manifestazioni politiche, campagne elettorali.
E questo che effetto aveva sulle istituzioni locali? Nel 1970 riconquistammo il il Comune di Perugia, lo slogan della campagna elettorale fu: “Il Comune, la casa di vetro dei Perugini.” A distanza di tempo ci dobbiamo domandare se quest’obiettivo è stato raggiunto? La risposta non può essere molto positiva. Solo nei primi tempi si è mantenuta l’impostazione iniziale, poi lo slancio si è perduto e ha preso il sopravvento l’ordinaria amministrazione. e sono sopravvenute scelte non corrispondenti ad uno sviluppo armonico e moderno della città, che salvasse anche la funzione e vitalità del centro storico. Dall’altro lato dopo la grande battaglia per la costituzione dell’Ente Regione, si è perso l’entusiasmo iniziale anche lì e la Regione, da una grandissima parte di popolazione, è stata vista sempre più lontana dai bisogni della gente.
Il punto di svolta? Il finanziamento dei partiti che ha rotto quel rapporto di fiducia e di essenzialità dei compagni di base con il partito: è venuta meno l’esigenza del volontariato, che in parte è rimasto, ma mutato.Visibile e attivo in prossimità delle elezioni, sempre più inerte nel resto del tempo. Solo comitati elettorali, niente di paragonabile all' "intellettuale collettivo" di Gramsci. Il centro decisionale è così passato agli amministratori locali: Comune Provincia e Regione. Il partito ha pesro sempre di più la sua funzione di luogo di dibattito, di confronto e di intermediazione fra la base , il potere locale e la società civile. La caduta del muro e lo scioglimento del Pci hanno fatto il resto, ma è stato solo un fatto di accelerazione della disgregazione politica e dello sfaldamento della piattaforma valoriale e rivendicativa del partito. Lo scollamento era iniziato prima della sconfitta del "Socialismo Reale".
Ma da che si capiva questo cambiamento? Dal mutare dellala mentalità dei dirigenti. La tensione morale e politica non era più forte come prima, i vecchi compagni scomparivano, e le nuove leve erano attratte da altre sirene politiche ed economiche. E il cambiamento ha investito tutti non solo il vertice. Mentre negli anni passati, nei quartieri e nei paesi, c’erano state infinite riunioni sui possibili e doverosi interventi pubblici del Comune e sullo sviluppo del territorio, con la presenza degli amministratori, allora molti si rivolgevano a costoro , non quanto gestori della cosa pubblica, ma erogatori di posti e concessioni varie. Il consenso elettorale si è trasformato , piano piano, da moto collettivo (il famoso voto di opinione) ad adesione personale, spesso interessata .
Il tutto senza una reazione a questo scivolamentoa a destra? Il fatto grave è stato che i gruppi dirigenti nazionali e locali del partito e delle istituzioni, ci hanno condotto a questi mutamenti storici del tutto impreparati e senza un dibattito serrato e forte fra i compagni di base e con la gente. Nessuna presa di coscienza collettiva di ciò che stava cambiando e nessuna definizione di una alternativa coerente con i nostri valori politici Non sono stati affrontati da una parte i nodi politici del cambiamento della società e dei rapporti di forza, dall’altra non si è lavorato per salvare la struttura portante di valori di una sinistra rinnovata e moderna, ma poggiata sui capisaldi irrinunciabili di sempre: lotta al capitalismo, al liberismo, difesa dei più deboli, della Costituzione, dei diritti civili e sociali. Si è subita la controffensiva culturale, politica a cominciare dalla fine degli anni ottanta con il Craxismo e continuata, dopo la morte di Berlinguer, con l’azione propagandistica del padronato e della destra attraverso il messaggio reazionario e conservatore lanciato dalle televisioni commerciali. La loro visione della società si è sostituita gradualmente alla nostra.Purtroppo questi anni di cambiamenti, con lo scioglimento del Pci,la scissione di Rifondazione, l’incerta e confusa strada politica del Pds, sono stati accompagnati anche dall’aumento del distacco fra il popolo, con i compagni di base e gli amministratori locali, sempre meno dialoganti .
Determinando un inevitabile declino? Si. Alle ultime elezioni il comune di Perugia è stato perduto perchè da parte dei cittadini vi è stato un giudizio non positivo sulla giunta uscente, ma bisogna ricordare che già nella giunta precedente si scorgevano segni di stanchezza e di grigiore amministrativo. I complotti, gli accordi mancati, i tradimenti dentro il partito lasciamoli a chi ci vuol credere e si vuol procurare un alibi: o la gente ti approva e ti vota o no. Tutto il resto non conta niente.
E il Pd? Sul Pd ho poco da dire. Sono stato contrario allo scioglimento dei Ds, e alla sua costituzione . Poi quando e arrivato Renzi ne sono subito uscito. Io sono di sinistra, sono impegnato a ricostruirla la sinistra, e non milito in una organizzazione di destra.
Interviste precedenti
Francesco Mandarini http://www.umbrialeft.it/notizie/sono-stati-%E2%80%9C-nostri%E2%80%9D-0
Renato Locchi http://www.umbrialeft.it/editoriali/chi-ha-smacchiato-lumbria-rossa-ulti...
Manlio Suvieri http://www.umbrialeft.it/notizie/chi-ha-smacchiato-l%E2%80%99umbria-ross...
Leonardo Caponi http://www.umbrialeft.it/notizie/chi-ha-smacchiato-lumbria-rossa-chi-ha-...

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