L'ultimo rapporto Ires CGIL sullo stato dell'economia e dell'occupazione dell'Umbria conferma il fallimento delle politiche regionali e nazionali del PD. L'Umbria, infatti, continua ad essere colpita da una forte disoccupazione, dalla recessione e dall'allargamento delle povertà. Dentro la crisi italiana c’è una specificità della nostra regione. Ast, Perugina e Merloni sono solo i casi più eclatanti, il commissariamento sul terremoto poi non ha precedenti. L'uso dei bandi europei risulta davvero inadeguato e legato a modelli di sviluppo vecchi che non creano buona occupazione. Ma il punto, e lo diciamo con tutto il rispetto che si deve all'autonomia del sindacato, non può più essere quello di chiedere al governo regionale di partecipare a "tavoli" ripercorrendo schemi oramai superati e messi in discussione dallo stesso PD. Occorre costruire una proposta politica e sociale di sinistra, alternativa ed unitaria. Del resto cancellazione dell’articolo 18, massima precarizzazione del lavoro in ingresso tra eliminazione delle causali nei contratti a termine e esplosione dei vouchers, demansionamento e videosorveglianza, ed un’ enorme quantità di risorse regalate alle imprese, hanno prodotto questo quadro di regressione sociale. Il Jobs Act è servito e serve solo a rendere più ricattabili le lavoratrici e i lavoratori, ad indebolirli e frammentarli ulteriormente. L’esplosione dei vouchers è la manifestazione più evidente dell’idea che si ha del lavoro, un’idea “usa e getta”, fatta di salari da fame e senza diritti. Per questo consideriamo di grandissima importanza i referendum sul lavoro promossi dalla Cgil, per ripristinare l’articolo 18 ed estenderlo ed eliminare i vouchers e ribadiamo che condividiamo la proposta di varare un Piano del Lavoro. E’ arrivato però il momento di passare dalle parole ai fatti. La demistificazione della propaganda del governo Renzi travestito da Gentiloni si può e si deve rafforzare con la rivendicazione di una politica economica e del lavoro radicalmente alternativa. Per fare questo servono proposte concrete, che abbiamo, un rinnovamento delle classi dirigenti politiche e sociali ed una mobilitazione generale, non i tavoli.

Enrico Flamini, segretario regionale di Rifondazione comunista dell'Umbria

 

Condividi