di Claudio Grassi.

Il progetto lanciato da Giuliano Pisapia va nettamente contrastato
1) È sbagliato, nel momento di massima difficoltà di Renzi, dopo la sconfitta referendaria, riaprire qualsiasi canale di contatto con questo Pd. L'attuale gruppo dirigente e la linea che sta perseguendo deve essere sconfitto fino in fondo. Gli attacchi lanciati in queste ore contro la Cgil e i suoi referendum da parte del giornale del Pd confermano che non può esistere una sinistra che non sia alternativa alla linea politica di questo Pd.
2) L'operazione di Pisapia - che non a caso ha votato Si al referendum del 4 dicembre - mette in difficoltà la sinistra interna del Pd che avendo fatto la campagna a sostegno del No oggi si trova in una condizione di maggiore forza per mettere in discussione la linea politica perseguita da Renzi. Pur conoscendo i limiti di questa componente è semplicemente paradossale che si dica di costruire una forza a sinistra del Pd e - contemporaneamente - ci si collochi più a destra della sinistra interna di quel partito...
3)L'operazione Pisapia - che oggi Repubblica non casualmente presenta come l'ennesima scissione a sinistra - tende a indebolire l'unico progetto in campo che - dopo tanti anni - sta cercando di unire delle forze a sinistra del Pd, cioè Sinistra Italiana che, tra poco più di un mese, terrà il suo congresso fondativo.
Dobbiamo dunque essere chiari nel nostro percorso congressuale: una cosa è Sinistra Italiana che pur con un approccio unitario e plurale vuole costruire una Sinistra autonoma dal Pd altra cosa è questo progetto politico proposto da Giuliano Pisapia legittimo, ma distinto da Sinistra Italiana.

Foto di Giovanni Dall'Orto

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