di Alfonso Gianni.

Non è solo in atto una campagna mediatica contro i referendum del lavoro. Sui licenziamenti si muove anche parte della Magistratura. Il profitto diventa giustificato motivo di licenziamento. È questa la fattispecie di licenziamento riconosciuta per la prima volta nel nostro ordinamento da una recente sentenza della Corte di cassazione (sentenza n. 25201 del 7 dicembre 2016). In base a questa un licenziamento non è più giustificato solo se necessario a fronte di una crisi economica, una perdita di bilancio o un calo di fatturato che metta a rischio l’andamento dell’azienda, ma anche solo in vista della migliore e più efficiente organizzazione produttiva dell’impresa o dalla ricerca della maggiore redditività della stessa: ovvero maggiore profitto. A maggior ragione bisogna votare per i referendum sul lavoro, compreso quello sull'articolo 18.

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