La sospensione per 6 mesi dal Pd, disposta dalla commissione provinciale di garanzia nei confronti dell’ex presidente della Provincia di Perugia Vinicio Guasticchi, ha ottenuto, come era lecito attendersi, una larga attenzione sui media umbri.

A Guasticchi, renziano della prima ora ed ex democristiano, è stato rimproverato di aver tesserato a Montone 12 cittadini la cui storia politica non aveva nulla a che vedere con la tradizione di sinistra del partito, annoverando fra loro anche noti esponenti politici di destra e persino ex candidati in liste elettorali che si contrapponevano localmente a quelle del suo partito.

Anatema su Guasticchi, dunque, che pure a nostro parere può invocare qualche attenuante non da poco a sua discolpa. In fin dei conti l’ex primo inquilino di Piazza Italia, la cui principale conquista fu la creazione della Polizia provinciale che ha fatto la fine che ben conosciamo, potrebbe essere stato indotto all’errore dal fatto che, nella fase delle primarie, tanto a livello nazionale che a quello locale era stato consentito (il più delle volte con un esito elettorale catastrofico) anche ai fascisti di concorrere alla scelta del candidato dem, sia che si trattasse di eleggere un sindaco, o un presidente di regione e financo il capo del governo.

In sostanza Guasticchi avrebbe potuto ragionare così: se un fascista può scegliere i nostri candidati, allora perché negargli la nostra tessera?

Un interrogativo, come si vede, perfettamente in linea con l’ideologia di quel Partito della Nazione, invocato da Renzi, nel quale si annulla ogni differenza fra la destra e la sinistra, in ciò assistito da larga parte dei mezzi di informazione italiani che da tempo battono costantemente sul tasto che ormai fra i due fronti, un tempo ferocemente antagonisti, non ci siano più staccionate divisorie.

Il fatto è però che le diversità fra destra e sinistra restano eccome, solo che a sinistra manca, purtroppo, una forza politica credibile che sappia rimarcarle.

E così per Guasticchi, come per molti altri nel Pd, la sezione politica è scaduta al livello di un circolo ricreativo qualsiasi che, in quanto tale, ospita tutti ed ammette rivalità solo nel caso di una disfida a briscola o a tressette.

E poi – ci potrebbe controbattere chi non la pensa come noi -, che volete che siano 12 iscritti fuori norma? Sono così pochi che non possono produrre danni gravi. Insomma si tratterebbe per questi soltanto di un peccato veniale e quindi da perdonare.

Intanto va osservato che il numero di 12 è tale solo perché qualcuno si è opposto segnalando il fatto, altrimenti chissà quali proporzioni avrebbe potuto assumere il proselitismo guasticchiano se non fosse stato stoppato. Inoltre 12 nuovi iscritti in un “circolo” minuscolo come quello di Montone possono dimostrarsi assai utili al momento del rinnovo del direttivo e questa non è certo cosa da poco.

E.P.

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