Regione/ Va in III Commissione mozione Solinas su prestazioni sanitarie private
PERUGIA – L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha deciso all'unanimità di rinviare in Terza commissione la mozione, presentata da Attilio Solinas (Pd), riguardante le 'Iniziative della Giunta regionale per innalzare la qualità delle prestazioni fomite dalle strutture sanitarie private, per l'applicazione uniforme su tutto il territorio regionale delle disposizioni riguardanti gli accordi contrattuali e per verificare il mantenimento nel tempo dei requisiti di idoneità delle strutture medesime'.
Illustrando l'atto in Aula il consigliere SOLINAS ha spiegato che “la mozione recepisce istanze che nascono dal mondo della sanità privata. In particolare si chiede alla Giunta di assumere iniziative affinché le disposizioni normative riguardanti il sistema degli accordi contrattuali stipulati con le strutture sanitarie private vengano applicate da parte delle diverse aziende sanitarie con modalità omogenee in tutto il territorio regionale”. Si chiede inoltre che: “i budget previsti per le strutture sanitarie private di diagnostica e di fisioterapia vengano adattati alla necessità di garantire la qualità dei servizi erogati e la riduzione delle liste di attesa compatibilmente con la programmazione regionale ed in piena integrazione con il servizio pubblico; sia regolamentata l'attività di diagnostica di laboratorio gestita in service per contenere proporzionalmente il numero dei punti prelievo in relazione alle effettive esigenze della comunità regionale, nonché garantire il corretto esercizio di tale attività e la qualità delle prestazioni erogate; venga istituito un apposito comitato tecnico con il compito di eseguire un controllo periodico e costante delle strutture sanitarie private in esercizio, al fine di monitorare il mantenimento dei requisiti di idoneità delle strutture medesime in termini di adeguatezza e professionalità del personale impiegato, in termini di aggiornamento qualitativo e quantitativo delle dotazioni strumentali e delle tecnologie impiegate per l'erogazione delle prestazioni diagnostiche, e in termini di corretto equilibrio tra volume di prestazioni erogabili e potenzialità delle strutture stesse. Tutto ciò affinché possa essere concretamente garantita nel tempo l'erogazione di prestazioni di elevata qualità e adeguate al fabbisogno degli utenti”.
GLI INTERVENTI
CLAUDIO RICCI (RP): “La proposta è positiva. Anche se la sanità deve rimanere saldamente pubblica, credo che vadano applicate tutte le situazioni che sono esternalizzabili e che possono essere affidate a componenti private, controllandone la qualità del servizio. In questo modo si potrebbero produrre benefici per la spesa sanitaria regionale e diminuire mobilità passiva. Probabilmente la mozione potrà trovare delle situazioni applicative nel quadro del prossimo piano sanitario regionale”.
VALERIO MANCINI (Lega nord): “Il mio voto è favorevole ma sarebbe interessante conoscere quante strutture private operano in Umbria e in quale specializzazione offrono servizi sanitari ai nostri cittadini. Mi preoccupa che queste strutture private non possano usufruire delle tecnologie migliori per fare diagnosi. Tutto ciò che serve a garantire la salute dei cittadini è una priorità. Propongo di andare in Commissione per acquisire maggiori dati”.
SILVANO ROMETTI (SER): “Condivido lo spirito della mozione. Nel rapporto pubblico-privato in Umbria la situazione che merita attenzione è quella delle cliniche per la riabilitazione post operatoria. Ai cittadini umbri viene garantito un periodo di riabilitazione minore rispetto ai cittadini di fuori regione. Noi dobbiamo lavorare per l'attrattività del nostro sistema sanitario, però dobbiamo pensare prima di tutto ad offrire una sanità di qualità ai nostri cittadini”.
MARIA GRAZIA CARBONARI (M5S): “Portare questa mozione in Commissione ci consentirebbe di avere un quadro più preciso e di fare approfondimenti. La Commissione avrebbe dovuto occuparsi come primo atto del problema delle liste di attesa”.
LUCA BARBERINI (assessore): “I temi toccati dalla mozione sono assolutamente condivisibili e credo che sia necessario approfondirli in Commissione. La risposta che possiamo dare per un innalzamento e un miglioramento del servizio sanitario regionale deve vedere il protagonismo delle strutture pubbliche, ma anche una forte compartecipazione dei privati. Ma privati che dobbiamo organizzare e che dobbiamo indirizzare sulla base dei bisogni del nostro sistema regionale. Dobbiamo approfondire i meccanismi che portano all’accreditamento e al convenzionamento, ma anche alla fase ancora prima all’autorizzazione di queste strutture, sempre nell'ottica delle limitazioni finanziarie che precludono ulteriori stanziamenti a favore delle strutture private. Chiarisco che il nostro servizio sanitario regionale costa oltre 1miliardo 700milioni di euro l'anno e i servizi privati nel sistema regionale pesano per poco meno del 2 per cento: 34milioni vanno alle case di cura e 7milioni vanno ai laboratori di diagnostica. Una cifra ormai consolidata nel tempo, perché una legge, la '135/2012', non consente alle Regioni di aumentare il trasferimento di risorse finanziarie alle strutture accreditate convenzionate. Quindi quello che avevamo speso nel 2011 non può essere assolutamente modificato e toccato. Inoltre a partire dal 2014 e per gli anni successivi, le leggi di stabilità prevedono una contrazione del 2 per cento l’anno rispetto al tetto di spesa del 2011. Per quanto riguarda l'equilibrio territoriale delle case di cura auspicato dalla mozione, dobbiamo ricordare che le case di cura di fatto sono tutte concentrate nel territorio della Asl 1, tranne una. Anticipo che nel regolamento che stiamo predisponendo in virtù di quella norma introdotta al Testo unico della sanità, andiamo anche a rivisitare tutti i percorsi di accreditamento e di controllo post autorizzazione, introducendo dei meccanismi puntuali per la verifica e il controllo delle attività. Siamo consapevoli che c’è una necessità di aumentare i percorsi della riabilitazione, così come siamo consapevoli che in questa regione i letti ospedalieri sono sufficienti, ma manca tutta quella che è l’area della post-acuzie. Il grosso della nostra mobilità passiva, 20 milioni su 90 complessivi, è riconducibile esclusivamente al settore della ortopedia e della conseguente riabilitazione. Stiamo cercando di indirizzare l’attività delle case di cura per rispondere alle nostre necessità: nel piano 2017 che abbiamo approvato in Giunta dell’assegnazione delle risorse alle aziende sanitarie abbiamo provato a chiedere alle nostre case di cura di orientare la loro attività su quelle attività dove abbiamo lunghe liste di attesa a favore dei cittadini della nostra regione”.
GIACOMO LEONELLI (PD): “Concordo con l'approfondimento in Commissione. L'abbattimento delle liste d'attesa ci sta molto a cuore. Spero che la Commissione lavori velocemente per poi riportare in Aula un testo dettagliato e ancorato alla realtà dei numeri già nelle prime settimane del prossimo anno, subito dopo la sessione di bilancio”.

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