Rifondazione comunista di Perugia esprime la più forte solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori del Centro Linguistico d'Ateneo; la scure del Jobs Act colpisce l'Università degli Studi di Perugia con una violenza inaudita, il C.L.A. infatti vede drasticamente ridimensionato il personale di cui disponeva a causa delle sciagurate misure adottate dal governo Renzi e avallate in direzione nazionale del PD dalla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini.

Su circa ottanta precari e precarie tra tecnici, lettori e collaboratori soltanto a sette di loro sarebbe stato possibile rinnovare il contratto, proprio a causa del combinato disposto tra Jobs Act e legge Gelmini, che somma all'impossibilità di rinnovare contratti a tempo determinato oltre i trentasei mesi il blocco di nuove assunzioni a tempo indeterminato.
Mentre va avanti la propaganda a reti unificate che racconta un'Italia inesistente, questi sono gli effetti del pressapochismo e del disprezzo del lavoro che esprime il PD a tutti i livelli, anche per questo occorre votare NO alla cancellazione della Costituzione fondata sul lavoro.

Oscar Monaco, segretario provinciale Rifondazione comunista Perugia

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