In marcia per la pace: basta muri e barriere, basta odio e razzismo.
Dal 1961 la marcia per la pace da Perugia ad Assisi è un appuntamento fondamentale per il movimento pacifista italiano ed europeo, per i giovani, le persone di buona volontà. E' la marcia di tutti i pacifisti, come è di tutti i lavoratori la festa del 1° maggio. Non è la marcia per chi si accontenta di promesse e belle parole. E' una marcia aperta ed inclusiva, accogliente e serena, ma anche seria ed esigente. Per dirla con Don Tonino Bello non è solo una marcia “per consolare gli afflitti, ma per affliggere i consolati”: per dire le cose come stanno, per smuovere le coscienze, per spingere all'azione concreta.
E' la marcia . -anche questa del 9 ottobre- della solidarietà, della fratellanza e della condivisione, ma è anche la marcia di chi è convinto -come il Santo Padre- che non c'è pace senza giustizia, che non c'è pace senza diritti umani, che non c'è pace senza disarmo. La pace non è solo assenza di guerra, ma pace positiva: giustizia, diritti, solidarietà.
Al governo italiano i marciatori da Perugia ad Assisi ricordano il 9 ottobre e ogni giorno che non basta dichiarare a parole di stare dalla parte della pace, ma che per essere coerenti bisogna ridurre le spese militari, cancellare il folle programma dei cacciabombardieri F35, controllare il commercio delle armi e varare finalmente una legge per la difesa non armata e nonviolenta, come hanno già chiesto 50mila cittadini firmando la legge di iniziativa popolare.
L'Italia non ha bisogno di bombe, ma di lavoro. Non ha bisogno di cacciabombardieri, ma di aerei per spegnere gli incendi. Non ha bisogno di elicotteri per fare la guerra, ma di elicotteri per fare l'elisoccorso dove non ci sono ospedali. Non ha bisogno di produrre mirini e sistemi di puntamento per i carri armati, ma di usare la stessa tecnologia per produrre apparecchiature per la diagnostica e la TAC per i nostri ospedali. Non ha bisogno di 160mila uomini e donne pronte a fare la guerra, ma di destinarne la metà alla protezione civile e alla messa in sicurezza del territorio contro i terremoti. Non ha bisogno di fare ogni anno la parata militare del 2 giugno, ma di dedicare la festa della Repubblica alla difesa della nostra Costituzione.
La marcia del 9 ottobre è la marcia della pace e della fratellanza. Basta muri e barriere, basta odio e razzismo. Il mondo è nostro, è di tutti. Il futuro ci appartiene e lo si costruisce insieme, non gli uni contro gli altri o nelle fortezze assediate. Lo si costruisce nella condivisione, nella solidarietà, marciando insieme, fianco a fianco per un mondo più giusto e solidale.
Giulio Marcon ,
deputato di Sinistra Italiana

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