TERNI - Perché votare “SI” e perché votare “NO”. Due tesi a confronto, in vista del referendum che chiamerà gli italiani ad esprimersi sulla “Riforma-Boschi”. Due docenti universitari dell'Università di Perugia esperti in materia e sostenitori delle due opposte tesi, il professor Luca Castelli (docente di diritto pubblico) ed il professor Mauro Volpi (docente di diritto pubblico comparato),  hanno anche risposto alle domande di chiarimento dei cittadini presenti. Questo è stato lo spirito dell'incontro-confronto-dibattito pubblico “Riforma costituzionale – parola al popolo sovrano”, che si è svolto sabato nella sala rossa di palazzo Gazzoli, a Terni.

Un'iniziativa che, come precisa il Centro studi Ezio Vanoni che l'ha organizzata, ha voluto analizzare i contenuti effettivi della riforma. “Parlando di questa riforma – ha detto la responsabile organizzativa del Centro studi, Renata Micheli - ci si muove spesso su due canali impropri: quello di dire che si inserisce nell'alveo delle riforme del centro sinistra e quello di richiamare sempre gli errori del passato per dire che è necessario cambiare. Invece, siamo voluti rimanere dentro il tema del contenuto di questa riforma e dei suoi articoli”.

“E' stato un dibattito sereno – dice il professor Castelli, sostenitore delle tesi del “SI” – che ha messo in evidenza i contenuti della materia nello spirito di iniziativa che porta avanti il Centro Vanoni per approfondire le questioni. Abbiamo trovato una platea molto interessata, a testimoniare l'attenzione che c'è tra i cittadini alle questioni legate alla Costituzione, visto che saranno loro ad essere chiamati a decidere. Anche i cittadini favorevoli al “SI” hanno confermato l'esigenza di superare questa anomalia del bicameralismo perfetto che è un unicum del nostro Paese e di chiarire meglio i rapporti tra Stato e Regioni, in continuità con tanti tentativi di riforme fatti in passato. E' una riforma che, anche al netto dei suoi inevitabili difetti (perché nessuno dice che è perfetta), consente di accelerare i tempi di approvazione delle leggi e favorisce Governi più efficienti e stabili, rafforzando anche gli istituti di partecipazione”.

Soddisfatto del confronto con i cittadini anche il professor Volpi, sostenitore della tesi del “NO”: “Abbiamo approfondito bene i singoli aspetti. Naturalmente, poi non può sfuggire un giudizio d'insieme. Anche perché questa riforma, con un'unica legge istituzionale modifica 47 articoli anche molto eterogenei tra loro. I cittadini devono decidere tutto con un'unica scelta. Per questo, credo che le ragioni del “NO” siano prevalenti. La riforma, per un verso istituzionalizza una situazione di fatto di squilibrio tra i poteri, per altri versi può addirittura peggiorare questa situazione, dando un eccesso di potere al Governo ed al Premier nei confronti del Parlamento, delle Regioni e dei corpi intermedi. Su cosa sarà il Senato e su cosa ne sarà delle Regioni, c'è un enorme punto interrogativo. Una riforma che contribuisce più ad accentuare dubbi e problemi, piuttosto che a risolverli, non è una buona riforma”.

Moderatrice del dibattito è stata Marta Moretti, docente a contratto di diritto dell'Unione europea all'Università Luiss – G.Carli di Roma. “Si è parlato – ha commentato – dei contenuti della riforma. Non è stato un dibattito sulla polemica politica. Ne hanno parlato due persone molto competenti, due studiosi dei temi. La partecipazione è stata buona. Proprio perché i relatori hanno aiutato a comprendere, con grande chiarezza, temi non facilmente accessibili al grande pubblico”.

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