Umbria: primato negativo dei contratti a tempo indeterminato.
Venerdi mattina l'Istituto di Ricerche Economiche e Sociali della Cgil ha presentato il rapporto sulla situazione economica e sociale dell’Umbria. Dall’analisi dei dati emerge una situazione sempre più preoccupante sul versante del lavoro. I segnali di ripresa che alcuni prevedevano sono completamente venuti meno.
Infatti nei primi 6 mesi del 2016 (dati dell’osservatorio nazionale sul precariato dell’Inps) le assunzioni a tempo indeterminato sono crollate del 45,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. A livello nazionale il calo è stato del 32% e l'Umbria è la regione con il dato negativo più rilevante. Nella prima metà dell’anno in corso le assunzioni a tempo indeterminato sono state 6.159. Erano 11.826 nel 2015. Di fatto siamo ritornati al 2014 quando erano state 6.656.
Facendo la differenza tra assunzioni e cessazioni sempre per quanto riguarda il tempo indeterminato la differenza è negativa: circa 2.200 unità in meno. Complessivamente il saldo, comprendendo però i lavori a tempo determinato e l’apprendistato, è ancora positivo, visto che nella prima metà del 2016 ammonta a 29.744 contro 24.204 cessazioni. La spiegazione di questo fenomeno è dovuta al fatto che il lavoro che c’è è sempre più precario e provvisorio. Non a caso si registra un boom sempre piu esteso nell'uso dei voucher che a giugno in Umbria arrivano a toccare quota 1.189.716 con un + 71% sul 2014. Nel 2015 sono 7mila i cittadini della regione che hanno potuto lavorare solo con questa inaccettabile forma di retribuzione.
La situazione che abbiamo analizzato come Ires Cgil e il fatto che l’Istat ha confermato che l'intero Paese è oggi a crescita zero è la dimostrazione evidente del totale fallimento del Jobs Act in Italia e in Umbria e ripropone con ulteriore urgenza l’esigenza di una politica economica alternativa basata sul rilancio della domanda e degli investimenti pubblici. Una politica, come abbiamo detto tante volte, che tra l'altro deve rimettere al centro con forza i diritti del mondo del lavoro.
Mario Bravi,
Presidente Istituto di Ricerche Economiche e Sociali della Cgil Umbria

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